In una riunione tenutasi a Parigi il 19 ottobre, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna e Svezia hanno detto di voler strutturare le ricerche e coordinare gli sforzi per condurre trial clinici che accelerino la scoperta di un vaccino per l’Hiv/aids. Bruxelles, 25 ottobre 2004 – I ministri della Sanità di sette paesi europei, e la Commissione europea, hanno annunciato che aumenteranno la cooperazione nella ricerca di un vaccino per l’Hiv/aids. In una riunione tenutasi a Parigi il 19 ottobre, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna e Svezia hanno detto di voler strutturare le ricerche e coordinare gli sforzi per condurre trial clinici che accelerino la scoperta di un vaccino per l’Hiv/aids. Philippe Douste-blazy, ministro francese della Sanità, ha ospitato la riunione, intesa a ‘definire un punto di vista europeo unico’ sul problema dello sviluppo di un vaccino per l’Hiv/aids, in vista della riunione del G8 che si terrà negli Usa. Nel corso della riunione del G8 la Francia insisterà per un accresciuto ruolo europeo nella ricerca internazionale del vaccino. ‘Attualmente’, ha detto Douste-blazy, ‘oltre un terzo dei possibili vaccini in fase di trial clinico nel mondo sono il risultato della ricerca europea, ma il 90% dei trial in fase I e il 100% dei trial in fase II si svolgono negli Usa.’ ‘L’europa spera d’invertire la tendenza’, ha aggiunto il ministro. La ricerca europea soffre perché, rispetto a quella americana, è frammentata, non coordinata e sottofinanziata, ha detto Douste-blazy. ‘Dobbiamo preparare un’agenda scientifica europea sui vaccini, che sotto la responsabilità di un comitato scientifico definisca il finanziamento comunitario e mobiliti l’industria, praticamente assente sul continente. Dobbiamo agire immediatamente. E insieme. Domani sarà troppo tardi’, ha aggiunto il ministro della Sanità. Secondo Douste-blazy, la ricerca europea soffre di una mancanza di coerenza a livello sia scientifico che strutturale. La Commissione europea sostiene la ricerca e lo sviluppo di possibili vaccini, ma la necessità di passare per un bando di gara e non per un programma di sostegno pluriennale fragilizza l’iniziativa, ha sostenuto. In una dichiarazione congiunta, i sette ministri si sono detti pronti a unire gli sforzi per raggiungere validi risultati ed evitare una duplicazione dei test. La riunione dev’essere considerata un punto di partenza, ha detto Morgan Johansson, ministro svedese per la Sanità. Si tratta di ‘unire i nostri sforzi’ e collaborare con gli Usa da una ‘posizione che non sia di subordinazione’, ha aggiunto Antonio Guidi, segretario di Stato italiano alla Sanità. Nel definire l’iniziativa ‘cruciale’, Octavio Quintana Trias, a nome della Commissione europea, ha dichiarato che l’Unione europea è ‘pronta a fare uno sforzo’ per aumentare i finanziamenti, ma che anche gli Stati membri debbono mettere a disposizione maggiori contributi. Secondo il professor Michel Kazatchkine, direttore dell’Anrs (Agence Nationale de Recherches sur le Sida), quando si arriva alle prove a grande scala (fase III) i test per verificare l’efficacia di un possibile vaccino contro l’Hiv/aids hanno un costo variabile dai 40 ai 120 milioni di euro. I test clinici, l’ultima fase della procedura, dovrebbero svolgersi tra il 2007 e il 2009, ma sarà ancora necessario attendere fino al 2011-2013 per avere una risposta su un possibile vaccino, ha sottolineato. Anche se non potranno prevenire l’infezione, i primi vaccini disponibili permetteranno ai pazienti di meglio difendersi dal virus e quindi di ritardare lo sviluppo della malattia, ha detto Kazatchkine.