Risultati curiosi ma prevedibili. Cosi’ commenta i dati della sperimentazione del vaccino preventivo anti-Aids della VaxGen Gianni Rezza, dirigente di ricerca dell’Istituto superiore di sanita’ e membro della Commissione vaccini dell’Oms.Risultati curiosi ma prevedibili. Cosi’ commenta i dati della sperimentazione del vaccino preventivo anti-Aids della VaxGen Gianni Rezza, dirigente di ricerca dell’Istituto superiore di sanita’ e membro della Commissione vaccini dell’Oms. ”La bassa protezione offerta dal vaccino era gia’ emersa alla presentazione dei risultati intermedi della sperimentazione – dice all’Adnkronos Salute – e si tratta quindi solo di una conferma. Interessanti pero’, rimangono i dati relativi ai sottogruppi costituiti da neri e asiatici, che hanno registrato notevoli percentuali di protezione dal virus Hiv”. Per il ricercatore italiano la serimentazione su queste classi di persone va assolutamente ripetuta su un numero piu’ onsistente di soggetti. ”Per evitare che i risultati positivi ora in possesso rappresentino solo una variabilita’ del campione – spiega – e perche’ se confermati, costituirebbero comunque un successo, seppure parziale. Insomma – aggiunge Rezza – il 78% di protezione tra i neri renderebbe, di fatto, questo vaccino efficace almeno in Africa, dove si concentrano le piu’ alte percentuali di malati”. Speranze anche per gli asiatici, l’altro gruppo etnico che, in prima analisi sembra rispondere bene (67%) al vaccino. ”In questo caso basta aspettare qualche giorno – conclude il ricercatore Iss – quando verranno diffusi i risultati intermedi dello stesso vaccino su un campione di persone arruolato in Tailandia. Potremmo gia’ farci un’idea in attesa dei dati definitivi di fine anno”.