I più colpiti oggi sono gli eterosessuali e gli omosessuali maschi. In pratica ogni giorno si infettano dieci persone e se ne ammalano, poi cinque.
In Italia gli ammalati di Aids sono oltre 18.000 e si stima che siano almeno 120.000 quelle che vivono con il virus Hiv. È quanto emerge dai dati più recenti del Centro operativo Aids (Coa) dell’Istituto superiore di sanità, presentati ieri a Roma. In questi ultimi 10 anni, inoltre, i nuovi casi sono stati 51.700. Il direttore del Coa, Giovanni Rezza, ha rilevato che, rispetto al passato, la sopravvivenza delle persone sieropositive è aumentata di almeno dieci anni e in 6 casi su 10 si convive con l’infezione senza esserne al corrente fino al momento della diagnosi di Aids conclamato. «Nell’ultimo anno – ha aggiunto Rezza – il numero di nuovi casi si è stabilizzato intorno ai 2.000, non si assiste cioè ad una riduzione ulteriore». Contrariamente a quanto avveniva in passato, i nuovi casi si registrano ormai raramente fra i tossicodipendenti. I più colpiti oggi sono gli eterosessuali e gli omosessuali maschi. In pratica ogni giorno si infettano dieci persone e se ne ammalano, poi cinque. Aumentano anche le donne colpite dalla malattia, che sono ormai il 30%. Tra i bambini il numero di casi sembra stabilizzato intorno a 20. Tendono invece ad aumentare le nascite di bambini da donne sieropositive. Un’altra novità è l’aumento dell’età media alla diagnosi, salita a 40 anni per gli uomini (rispetto ai 29 del 1985) e a 36 anni per donne (rispetto ai 24). Tra le regioni, la Lombardia continua ad essere la più colpita, con 5,6 casi ogni 100.000 abitanti, seguita da Sardegna (5,5) e Lazio (5,4). Tra le città, il maggior numero dei casi si registra a Brescia, Sassari e Rimini.