ANTEPRIMA DELTA 36 – REPORT IAS 2007, SYDNEY/FARMACI IN COMMERCIO

Rendiamo disponibile in anteprima parte del report di Delta n.36 (in distribuzione a fine agosto 2007) della 4-a Conferenza IAS sulla patogenesi, trattamento e prevenzione, che si è svolta a Sydney dal 22 al 25 luglio 2007. Dai nostri inviati Marcotullio, Osorio, Schloesser. – FARMACI IN COMMERCIO.STUDI SUI FARMACI IN COMMERCIO

TITAN – Confermata a 48 settimane l’efficacia e la tollerabilita’ del darunavir/r in pazienti pre-trattati che hanno fallito le prime linee e con opzioni terapeutiche (TUAB101, Valdez-Madruga). Arruolati 582 pazienti di cui 187 naive agli IP e 476 sensibili a 4 o piu’ IP, tra cui lopinavir/r. Sono stati randomizzati ad assumere DRV/r 600/100 BID o LPV/r 400/100 BID. Obiettivo primario la non inferiorita’ del darunavir/r (secondario: la superiorita’). Media di carica virale al basale era 4,30 log con 232 CD4. I pazienti che hanno raggiunto alla 48-esima settimana carica virale , 50 cp/mL erano 211 (71%) quelli con darunavir/r e quelli nel braccio con lopinavir/r 179 (60%). La differenza e’ dunque dell’11%. Ma lo sperimentatore non ha specificato le mutazioni o le resistenze presenti al basale nei due bracci e quindi la diversitá di risultati potrebbe derivare da questo aspetto. Guadagno dei CD4, rispettivamente di 97 versus 102 (differenza non significativa). L’incidenza degli eventi avversi che hanno portato all’interruzione e’ stata rispettivamente del 9,4% e del 10,4%. Dislipidemie (colesterolo/trigliceridi): 8.3%/9,0% versus 10,7%/14,5%. In particolare, da rilevare che i dati sul colesterolo LDL sono molto simili con un 56% e un 50%. Del 10%, a svantaggio del braccio con lopinavir, la differenza di pazienti che rilevano diarrea 42% contro 32%). I ricercatori hanno confermato la non inferiorita’ del darunavir e la sua superiorita’ rispetto al lopinavir.

BICOMBO – Confronta l’efficacia e tollerabilita’ del Truvada versus Kivexa in 333 pazienti non in fallimento, provenienti da regimi contenenti 3TC. Obiettivo primario: proporzione di pazienti con fallimento terapeutico a 48 settimane (WESS102, Gatell). Simili le caratteriste al basale. Il fallimento terapeutico e’ stato riscontrato nel 13,3% dei pazienti (22/166) nel braccio con Truvada e nel 19,2% (32/167) nel braccio con Kivexa. Il fallimento virologico non si e’ riscontrato in nessun paziente trattato con Truvada ed in 4 (2,4%) nel braccio con Kivexa. Maggiore l’aumento di CD4 nel braccio Kivexa. L’interruzione per eventi avversi e’ stata del 5,4% nel braccio con Truvada e nel 10,2% in quello con Kivexa. Il colesterolo LDL si e’ riscontrato minore nel braccio Truvada e analoghi anche i dati sulla creatinina. Lo sperimentatore ha commentato che nel braccio con Truvada si e’ riscontrato un profilo lipidico piu’ favorevole. Anche i cambiamenti del grasso viscerale e della densita’ minerale ossea erano simili in ambedue i bracci. I ricercatori hanno concluso che da un punto di vista virologico i due bracci hanno riscontrato criteri di non inferiorita’, mentre da un punto di vista di trattamento i risultati non sono stati analoghi in quanto il braccio con Kivexa ha visto interruzioni dovute al sospetto di reazione di ipersensibilita’ ad abacavir.

MARAVIROC [nome commerciale ‘Celsentri’]– Approvato dal CHMP (EMEA), autorita’ regolatorie europea, prima della FDA (USA), e’ un farmaco che solleva ancora molti quesiti le cui risposte si avranno solamente con ulteriori studi e con la pratica clinica. Di non facile approccio e’ il problema del tropismo (o di eventuali markers surrogati) che identifica chi ne puo’ usufruire pienamente, l’associazione ad altri farmaci e il profilo del paziente ideale (con carica virale rilevabile e quindi non da switch per semplificazione). Anche per quanto riguarda il profilo di resistenze, il farmaco non e’ di facile approccio in quanto, in caso di aumento di viremia durante il trattamento, bisogna saper interpretare se questo avviene per resistenza al farmaco (in questo caso solo il test fenotipico potrebbe suggerire l’eventuale aumento del dosaggio) o per cambiamento del tropismo a X4 (TUBS1, incontro sulle resistenze, Richman). Non chiare, inoltre, quali regioni della superficie virale dell’HIV (ENV, V3 o non-V3?) sono implicate. Lo studio MERIT (721 pazienti) confronta il maraviroc, in associazione a AZT/3TC, con efavirenz su pazienti naive R5 tropici a 48 settimane (WESS104, Saag). Il 65,3% dei pazienti in maraviroc ha ottenuto carica virale < 50 cp/mL versus il 69,3% del braccio con efavirenz. L’aumento dei CD4 e’ stato rispettivamente di 170 e 143 e questa differenza è stata giudicata statisticamente significativa. Gli sperimentatori hanno concluso che il braccio con maraviroc e’ stato tollerato meglio di quello con efavirenz dato il minor numero di interruzioni di terapia (4,2% versus 11,9%). Lo sperimentatore ha commentato che l’aumento dei lipidi, in particolare del colesterolo, e’ stato maggiore nel braccio con efavirenz (differenza colesterolo totale +26, in particolare +10 versus -3 a vantaggio del maraviroc). Anche per quanto concerne le infezioni e altre patologie, il braccio con maraviroc ha dato migliori risultati. Riteniamo prematuro concludere che il braccio con efavirenz abbia dato risultati virologici superiori rispetto al braccio MVC in quanto la differenza e’ solo del 4%. Gli abstract sugli studi MOTIVATE (WEPEB115LB, van der Ryst e WEPEB116LB, Gulick), che approfondiscono quanto presentato al CROI, concludono in merito all’efficacia di maraviroc con almeno un altro antiretrovirale attivo in associazione per ridurre la viremia plasmatica al di sotto dei limiti della quantificazione. Migliore il dosaggio BID per l’abbattimento virologico.


PREDICT-1 – Le analisi retrospettive hanno identificato che l’allele HLA-B*5701 e’ un fattore di rischio dominante per l’ipersensibilita’ da abacavir (HSR), riscontrata in circa il 5% dei pazienti in trattamento con questo farmaco. Lo studio (WESS101, Mallal), eseguito in 314 centri in Europa ed Australia su 1956 pazienti con caratteristiche simili tra di loro, ha confermato che lo screening preventivo di questo allele permette una riduzione significativa del rischio di sviluppo dell’ipersensibilita’ e conferma la necessita’ dell’applicazione di questa diagnostica nella routine della pratica clinica per usufruire in modo piu’ sicuro della specialita’ medicinale gia’ in commercio da anni. Sembra che un test per la rilevazione di questo allele abbia un range di costo molto ampio (dai 5 ai 250 euro), ma forse con la pratica se ne potrá abbassare il prezzo.