Secondo uno studio italiano se la mamma fuma marijuana in gravidanza il bambino rischierebbe di nascere con una memoria piu’ debole e seri problemi di apprendimento. In Gran Bretagna è imminente un farmaco a base di cannabis.Fumare la marijuana durante la gravidanza metterebbe a rischio la memoria del bambino: potrebbe infatti essere piu’ debole e presentare seri problemi di apprendimento. E’ quanto risulta da una ricerca italiana pubblicata sulla rivista dell’Associazione americana per il progresso delle scienze (Pnas), che per la prima volta ha individuato anche il meccanismo con cui la marijuana danneggia la memoria.“L’abuso di droghe durante la gravidanza e’ un problema crescente in Italia, dove pero’ non esistono dati precisi al riguardo”, ha detto il farmacologo Vincenzo Cuomo, dell’universita’ di Roma La Sapienza, che ha coordinato lo studio. Alla ricerca hanno partecipato le universita’ di Cagliari, Bari e Ferrara. La ricerca italiana fornisce cosi’ le prime prove sperimentali di un dato osservato in passato in Canada, secondo il quale i bambini le cui madri avevano fumato marijuana durante la gravidanza erano piu’ impulsivi e iperattivi e mostravano alterazioni delle capacita’ cognitive. Lo studio italiano e’ andato a ricercare nei ratti le cause neurofisiologiche di quanto osservato nei bambini ed ha scoperto che la marijuana interferisce su ben due meccanismi fondamentali della memoria. I ricercatori italiani hanno iniettato nel cervello di un gruppo di ratti in gravidanza una sostanza simile alla marijuana ottenuta sinteticamente e chiamata Win. Ogni giorno agli animali veniva iniettata una piccola dose di questo componente artificiale della marijuana, corrispondente ad un consumo moderato nell’uomo. Una volta nati i piccoli, i ricercatori hanno confrontato il loro comportamento con quello di un gruppo di controllo, le cui madri non erano state esposte alla marijuana durante la gravidanza. I primi, ha detto Cuomo, in un’eta’ che nell’uomo e’ paragonabile alla prima infanzia, sembravano essere iperattivi. Un comportamento che con l’aumentare dell’eta’ tendeva pero’ a scomparire. “Ma il dato piu’ interessante -ha osservato Cuomo- e’ la comparsa di disturbi della memoria, alterazioni molto sottili che provocavano l’incapacita’ di ricordare a lungo termine e che, contrariamente all’iperattivita’, permangono per molto tempo e che forse sono addirittura irreversibili”. Ma la novita’ sostanziale, secondo il farmacologo, “e’ che finalmente abbiamo capito le cause del fenomeno”. Da un lato, ha detto, la marijuana agisce direttamente su una delle principali strutture del cervello che controllano la memoria, l’ippocampo, riducendo il livello del glutammato. Contemporaneamente la marijuana agisce sulle cellule nervose, alterando alcuni processi elettrofisiologici importanti per la memoria a lungo termine. “Gli effetti che abbiamo osservato nei ratti sono paragonabili a quelli che avvengono nel’uomo e l’interferenza negativa della marijuana su entrambi questi processi, indispensabili per ricordare, spiega le alterazioni della memoria provocate dalla marijuana”
Nel frattempo in Gran Bretagna …
I farmacisti britannici potrebbero dispensare farmaci a base di cannabis, per la prima volta dopo 30 anni. L’autorita’ sanitaria di Governo si e’ dichiarata soddisfatta delle sperimentazioni della GW Pharmaceuticals, che sta testando uno spray sublinguinale per pazienti con sclerosi multipla, indicato anche per persone con danni neurologici o disturbi del sonno.