HIV: PRIMI DATI SU NUOVE INFEZIONI DAI SISTEMI DI SORVEGLIANZA

Disponibili i primi dati dal sistema di sorveglianza nazionale delle nuove diagnosi di infezione da HIV istituito dalla “Commissione Ensoli” (DM del 31 marzo 2008, GU n. 175 del 28/07/08): l’Italia è fra i Paesi dell’Europa occidentale con un’incidenza di HIV medio-alta.

Sorveglianza sulle nuove infezioni da HIV

La sorveglianza delle nuove diagnosi di infezione da HIV, che riporta i dati relativi alle persone che risultano positive al test HIV per la prima volta, è stata attivata fino ad oggi in 11 regioni/province italiane. I dati riportati dal sistema di sorveglianza indicano che nel 2008 sono stati diagnosticati 6,7 nuovi casi di HIV positività ogni 100.000 residenti, posizionando l’Italia fra i Paesi dell’Europa occidentale con un’incidenza di HIV medio-alta. L’incidenza HIV è maggiore al centro-nord rispetto al sud-isole. A fronte di un notevole decremento dell’incidenza HIV negli anni ’90, negli ultimi 10 anni si osserva invece una stabilizzazione delle segnalazioni. Le persone che scoprono di essere HIV positive hanno oggi un’età mediana di 38 anni per i maschi e 34 anni per le femmine. Aumentano i casi attribuibili a contatti eterosessuali ed omosessuali, che nel 2008 costituiscono complessivamente il 74% di tutte le segnalazioni. Su tre persone che vengono diagnosticate come HIV positive, una è di nazionalità straniera.

Le stime effettuate sulla base dei dati disponibili indicano che in Italia sono attualmente presenti 170.000-180.000 persone HIV positive viventi , di cui circa 22.000 in Aids. Un sieropositivo su quattro non sa di essere infetto. Rispetto a venti anni fa, oggi si infetta un minor numero di persone (circa 4.000 all’anno), ma è molto più elevato il numero dei sieropositivi viventi per effetto delle nuove terapie; inoltre, la principale via di trasmissione è rappresentata dai contatti sessuali non protetti, che tuttavia non vengono sufficientemente percepiti come a rischio, in particolare dalle persone di età matura.

Sorveglianza sull’AIDS

La sorveglianza dell’Aids ha una copertura nazionale e riporta i dati relativi alle persone sieropositive in fase avanzata di malattia, cioè con Aids conclamato. Dall’inizio dell’epidemia nel 1982 ad oggi sono stati segnalati oltre 62.000 casi di AIDS, di cui quasi 40.000 deceduti. I casi di Aids continuano a diminuire principalmente per effetto delle terapie antiretrovirali combinate (introdotte nel nostro Paese nel 1996) che ritardano la comparsa dell’Aids. Tali terapie prolungano la sopravvivenza e riducono la mortalità delle persone sieropositive, comportando un aumento progressivo delle persone viventi con Aids. Nel 2009, il 60% dei nuovi casi di AIDS ha scoperto di essere sieropositivo troppo tardi, in concomitanza con la diagnosi di Aids: ne consegue che solo un terzo delle persone con Aids ha avuto la possibilità di usufruire dei benefici delle terapie antiretrovirali prima di tale diagnosi.

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Fonte: Ministero della Salute/ISS – COA