17° CROI: SAN FRANCISCO, 16-19 FEBBRAIO 2010. Riviste le tesi sul recupero immunologico associato agli antagonisti del CCR5
Maraviroc non fa aumentare i CD4 nelle persone che hanno carica virale non rilevabile. E’ quanto emerge dallo studio pilota ACTG 5256 (Wilkin T et al abs 285) su 34 pazienti che avevano, al basale, CD4 < 250 e carica virale < 50 cp/ml da almeno un anno. Si era semplicemente aggiunto il farmaco, un inibitore del CCR5, alla terapia virologicamente efficace già esistente. Alla settimana 22/24, il guadagno medio di CD4 è stato di sole 12 cellule. I markers di immunoattivazione specifici dei CD4 e dei CD8 (CD38 e HLA-DR) sono sì effettivamente calati dopo l’aggiunta della molecola, ma questo non è stato associato ad un guadagno di CD4. Questo potrebbe far pensare che nelle persone HIV+ in fallimento immunologico, e non virologico, il persistente basso numero di CD4 non sia da collegarsi necessariamente all’immunoattivazione in corso. Analoghi risultati sono emersi dagli studi su vicriviroc (inibitore del CCR5 della Merck – Gathe J et al, abs 54LB) su oltre 800 pazienti, che, differentemente da quello che era accaduto per gli studi registrativi di maraviroc (inibitore del CCR5 della Pfizer-ViiV), non hanno evidenziato particolari benefici immunologici nell’utilizzo dell’antagonista del CCR5.