Con il criterio dell’economicità stiamo ammazzando il Servizio sanitario nazionale». In un impeto di sincerità, forse non troppo apprezzata dal suo presidente del Consiglio, il ministro della Salute Girolamo Sirchia ha denunciato i guasti che derivano dal voler applicare alla salute logiche aziendalistiche e privatistiche. «Il criterio di economicità – ha proseguito il ministro che parlava ad un convegno sul sistema della sanità in corso a Roma – prescinde da qualunque provvedimento di governo, da qualunque criterio della qualità e dal rispetto del malato. Questo è il nostro nemico, perché prende tutta la spesa in sanità come un unicum, senza governarla a sufficienza e senza entrare nel merito di come e dove si spende». Per Sirchia proprio questo è un pericolo per la sanità in Italia. «In alcuni casi il criterio è semplicemente ridurre l’offerta oppure tagliare ulteriori erogatori di servizi. Entrambi i sistemi sono sbagliati perché comportano lunghe liste e gravissime difficoltà per le aziende sanitarie come per gli ospedali e le Asl che, a loro volta, sono costrette a tagli ulteriori. Questo taglio indiscriminato – ha sottolineato – ammazza i centri di eccellenza, che sono il motore dello sviluppo della medicina, cioè quello che interessa proprio il malato». Per il ministro, l’Italia va in controtendenza rispetto all’Europa. «Ad esempio la Francia sta investendo invece nei centri di eccellenza, nei brevetti. Non passeranno molti anni – ha aggiunto – da quando in Europa avverrà la libera circolazione dei malati e saranno proprio quei Paesi che attireranno i pazienti. Ci stiamo giocando quindi l’eccellenza del nostro Paese». «Finalmente il ministro Sirchia, in un impeto di sincerità, ha confessato che il governo Berlusconi sta uccidendo il Servizio sanitario nazionale». Livia Turco, responsabile Welfare della segreteria nazionale e Silvio Natoli, responsabile Sanità dei Democratici di Sinistra, chiedono che il ministro ne tragga le conseguenze e si dimetta. «I Democratici di Sinistra denunciano da mesi lo sfascio crescente di un sistema sanitario tartassato da provvedimenti, leggi e norme che lo strangolano e che privano i cittadini, in molte zone del paese, di servizi e prestazioni fondamentali ottenibili ormai solo a pagamento». «Delle due l’una: o questa è l’ennesima sortita di Sirchia nelle vesti di neo ministro della stampa e propaganda del governo o è l’ammissione esplicita che il vero ministro della Sanità è Tremonti come noi sosteniamo da tempo. In entrambi i casi le dimissioni di Sirchia da ministro della Sanità appaiono come l’unico gesto dignitoso di un ministro che ha perso ogni credibilità». Sulla stessa lunghezza d’onda i Verdi: «Il ministro della Salute sconfessa se stesso: dopo le sue ammissioni sullo sfascio del Sistema sanitario, sia coerente e passi il testimone». reagisce Luana Zanella, componente della commissione Affari Sociali di Montecitorio. Secondo Zanella «è sconcertante che il ministro parli dello stato della sanità pubblica come se il tema non riguardasse direttamente la sua responsabilità istituzionale e politica. Era del resto palese che le strategie del governo Berlusconi, come tutta l’opposizione ha sempre rimarcato, avrebbero ferito a morte la sanità pubblica, a cominciare dai centri di eccellenza e dall’abbassamento dei livelli minimi di assistenza. A meno che – conclude – Sirchia non abbia oggi annunciato la consegna ai privati del servizio sanitario nazionale