Il virus della Sars, la sindrome della polmonite atipica, non muta così rapidamente come si crede, cosa che può facilitare la ricerca di un vaccino. Lo rivelano i risultati di una ricerca dell’Istituto del Genoma di Singapore, pubblicati sul sito online della prestigiosa rivista medica britannica The Lancet.Lo studio del dottor Edison Liu e dei suoi collaboratori ha esaminato il genoma di 14 ceppi di coronavirus responsabili della malattia prelevati da pazienti a Singapore, Hong Kong, Canada, Vietnam e Cina (Pechino a Canton). I risultati, scrive Lancet, mostrano che il virus è abbastanza stabile. Questo significa che ha minori probabilità di evolversi in ceppi differenti, di mutare il proprio patrimonio genetico per adattarsi meglio ai sistemi immunitari dei diversi organismi. Secondo il professor Earl Brown, virologo dell’Università di Ottawa in Canada, che su Lancet ha pubblicato un commento alla ricerca di Singapore, la relativa stabilità genetica del coronavirus è “in qualche modo sorprendente”, in quanto la famiglia dei coronavirus ha una elevata propensione alla mutazione genetica. Secondo Brown, quanto rilevato dagli scienziati di Singapore porta una buona notizia e una cattiva. “La buona notizia – scrive Brown – è che col tempo forse saremo capaci di trovare un vaccino”. La cattiva che è che la sua stabilità genetica indica che “il coronavirus è ben adattato all’organismo umano e quindi probabilmente non muterà in una forma meno virulenta e più benigna”. Secondo lo studio del dottor Liu, su 14 ceppi di virus studiati sono state rilevate lievi modificazioni genetiche che sono fondamentali per rintracciarne la provenienza geografica.