Il comitato consultivo convocato dalla Food and Drug Administration ha votato all’unanimità in favore dell’approvazione al commercio di Reyataz®, il nuovo inibitore della proteasi prodotto da Brystol-Myers Squibb. Il parere del panel di esperti non è vincolante per la Food and Drug Administration, ma l’agenzia segue solitamente i pareri del comitato consultivo. Il panel raccomanda l’approvazione del nuovo inibitore inibitore delle protesi che potrà essere somminitrato una sola volta al giorno, in associazione con altri farmaci antiretrovirali per il trattamento dell’HIV. La BMS, in attesa dell’approvazione al commercio, continuerà ad arruolare pazienti nel programma di accesso allargato.
Reyataz® è un azapeptide, molecola diversa rispetto agli IP attualmente esistenti. Per tale motivo il profilo di resistenze in vitro appare essere differente, e quindi il farmaco risulta attivo anche verso ceppi resistenti agli altri IP. E’ molto potente, con un grado di attività simile a quello del Lopinavir/r, e negli studi di fase I è apparso ben tollerato; negli animali non sono stati osservati effetti genotossici o teratogeni.
Posologia e farmacocinetica: Le compresse sono da 200 mg. L’emivita è di 36-48 ore e la biodisponibilità è del 57-80% dopo pasto leggero. Può essere quindi somministrato in monodose quotidiana.
Effetti collaterali: Anche gli studi di fase II hanno confermato l’ottima tollerabilità dell’Atazanavir: l’effetto avverso principale è stato il riscontro di iperbilirubinemia indiretta, osservato nei primi due mesi di terapia. Tale effetto, simile a quello osservato in corso di terapia con Indinavir, è secondario ad una interferenza con il meccanismo di coniugazione epatica, ma tende a scomparire dopo un primo periodo di adattamento.
Studi clinici: E’ stato disegnato uno studio di fase II (AI 424-007), per stabilire la dose ottimale (200 – 400 – 500 mg/die) e per confrontarne l’efficacia verso il Nelfinavir; entrambi i farmaci sono stati somministrati in associazione con Stavudina e Didanosina. Alla 8^ CROI (Chicago, 01/01) sono stati presentati i risultati alla 48a settimana sui 322 pazienti arruolati, dove si evidenzia rispetto al NFV un pari effetto riguardo le percentuali di negativizzazione della carica virale e l’incremento dei CD4+. Inoltre non sono stati osservati incrementi significativi dei valori di trigliceridi e colesterolo, ed è risultata minore l’incidenza di diarrea (17% contro 51%). Uno studio analogo (AI 424-008) è stato presentato alla 8th European Conference onClinical Aspects and Treatment of HIV Infection (Atene, 10/01), condotto su 467pazienti naive: a 2 gruppi di pazienti sono stati somministrati 400 e 600 mg di Atazanavir una sola volta al giorno, e ad un terzo gruppo 1250 mg di Nelfinavir due volte al giorno, tutti associati a d4T e 3TC. I risultati dopo 48 settimane anche in questo caso hanno confermato una pari efficacia della terapia con Atazanavir (HIV-RNA < 400 copie rispettivamente nel 64, 67 e 53% dei pazienti), ma soprattutto una significativa riduzione delle alterazioni dei valori di colesterolo e trigliceridi: incremento del colesterolo nel 5, 6 e 25% dei pazienti; incremento dei trigliceridi nel 7, 8 e 50% dei pazienti. Nel 52% dei pazienti trattati con Atazanavir si è osservata iperbilirubinemia asintomatica di grado 3.
Resistenze: Il farmaco sembra avere un profilo di resistenze del tutto unico: la resistenza sarebbe infatti associata alla mutazione 88S, che non è comune agli altri IP. Risulta attivo nell’89% dei ceppi resistenti da 1 a 3 degli IP attuali, e nel 60% dei ceppi resistenti a tutti gli IP attuali.