Il miliardo di euro che l’Unione europea avrebbe dovuto versare al Global Fund è ancora lontano. Gli Stati uniti si vantano di aver «promesso» un miliardo di dollari l’anno per il Fondo ma le loro case farmaceutiche blccano al Wto l’accesso dei paesi poveri alle medicine contro l’aids. Ieri pomeriggio, la seconda conferenza della Società internazionale sull’aids si è conclusa senza nessuna rivelazione straordinaria. Il presidente della Commissione, Romano Prodi, si è limitato a confermare l’impegno dell’Unione europea: 340 milioni di euro supplementari per il periodo 2003-2006. Per il 2004, le promesse di finanziamento del Global Fund, un organismo indipendente voluto dall’Onu che ha due anni di vita, sono di 425 milioni di dollari, cioè un po’ meno della metà del miliarfdo di euro auspicato. Complessivamente, finora il contributo dell’Unione europea (Commissione più stati membri) ha coperto il 55% delle promesse di tutti i donatori del Global Fund, con 2,56 miliardi di dollari. Prodi sarebbe d’accordo con Jacques Chirac e Tony Blair, che affermano di voler portare il contributo europeo a un milione di euro. Ma al Consiglio europeo di Salonicco, a fine giugno, mentre Parigi e Londra erano d’accordo per sbloccare i fondi, Germania e Olanda hanno puntato i piedi. Interpellato dal cantante irlandese Bono degli U2, il cancelliere Gerhard Schröder ha ribadito che la lotta contro l’aids è uno dei «punti forti» del suo governo e che la Germania vi consacra 300 milioni di euro ogni anno. Chirac, ospite della conferenza – contestato violentemente in sala da una ventina di attivisti che hanno scandito – prima di essere allontanati dalla polizia – «shame» (vergogna) e «donors give pennies, million die» (i donatori danno dei centesimi, milioni di malati muoiono) – ha lanciato un appello alla «generosità» ha fatto eco alle accuse lanciate ai paesi ricchi due giorni fa dall’ex presidente sudafricano Nelson Mandela e ha confermato che la Francia ha triplicato l’impegno, da 50 a 150 milioni di euro per il Global Fund. «Siamo ancora lontani dai bisogni – ha precisato Chirac – Per questo continuerò a battermi, in tutte le strutture internazionali, per convincere i governi ad impegnarsi di più e a permettere al Fondo di stabilizzarsi». Le Ong ritengono che il Fondo, per operare con efficacia, avrebbe bisogno di 10 miliardi di dollari l’anno. Secondo le cifre presentate ieri in mattinata alla conferenza del Palais des Congrès di Parigi dal direttore esecutivo del Fondo, il dottor Richard Feachem, il Global Fund ha ricevuto dalla sua istituzione (nel 2002) promesse per 4,7 miliardi di dollari – ma ne sono stati effettivamente versati 1,5 miliardi – che hanno permesso di rendere operativi 150 programmi. Il 60% della somma è stata attribuita all’Africa e il 65% destinato alla lotta all’aids. La metà dei fondi è stata spesa per le medicine e l’acquisto di materiali, mentre il resto è stato destinato alla costruzione di infrastrutture e alla formazione del personale locale. Il Fondo Globale è una struttura formalmente indipendente, dove sono presenti i donatori, i paesi beneficiari, le ong, le comunità colpite da aids, malaria e turbercolosi, ma anche delle imprese private. «Di qui alle fine del 2004 – ha detto il dottor Feachem – abbiamo bisogno di 3 miliardi di dollari, mentre 7 miliardi di dollari l’anno permetterebbero al Fondo di funzionare normalmente». La cifra di 7 miliardi di dollari l’anno è stato confermato anche dal direttore del Fondo, che dal gennaio 2003 è il segretario statunitense alla sanità, Tommy Thompson.