L’annuncio della multinazionale farmaceutica Roche che ha reso che nuovo inibitore della fusione T-20 avrà un prezzo oltre due volte maggiore rispetto al farmaco antiretrovirale più costoso attualmente sul mercato [Norvir Abbott Labs $9,387.22] ha sollevato grandi preoccupazioni tra le associazioni dei pazienti europee dando avvio ad un dibattito su chi riceverà effettivamente il farmaco e chi sarà in grado di sostenerne la spesa.L’annuncio della multinazionale farmaceutica Roche che ha reso che nuovo inibitore della fusione T-20 avrà un prezzo oltre due volte maggiore rispetto al farmaco antiretrovirale più costoso attualmente sul mercato [Norvir Abbott Labs $9,387.22] ha sollevato grandi preoccupazioni tra le associazioni dei pazienti europee dando avvio ad un dibattito su chi riceverà effettivamente il farmaco e chi sarà in grado di sostenerne la spesa. Roche ha dichiarato che il prezzo del farmaco, chiamato Fuzeon, sarà di €18,980 ($20,424) l’anno, mettendo in tal modo in pericolo la possibilità di accedere al farmaco, anche in paesi relativamente ricchi. “Il prezzo annunciato ieri conferma le paure che molti di noi avevano – che il prezzo sarebbe stato anche peggiore di quanto osassimo immaginare” ha dichiarato Mauro Guarinieri, vicepresidente dello European AIDS Treatment Group (EATG) e presidente del gruppo sull’accesso dell’EATG “Avevamo grandi speranze su questo farmaco che abbiamo considerato sin dall’inizio come il più grosso passo avanti nel trattamento dell’infezione dall’avvento degli inibitori della proteasi negli anni ’90. Dopo aver saputo il prezzo ci chiediamo se i nostri sistemi sanitari saranno in grado di permetterselo”. I prezzi già altissimi dei farmaci antiretrovirali sono al centro di enormi controversie, visto che ne limitano l’accesso nei paesi africani e nelle zone povere del pianeta. Ora, la spirale dei prezzi sui prodotti farmaceutici rischia di restringere ulteriormente l’accesso ai nuovi farmaci antiretrovirali anche nei paesi ricchi. L’EATG è stata già coinvolta in una difficile trattativa con Roche quando ha chiesto alla multinazionale farmaceutica di ridurre il prezzo di nelfinavir, un farmaco cruciale in seconda linea, che aveva un prezzo totalmente fuori della portata della maggior parte dei pazienti nei paesi in via di sviluppo. L’annuncio di oggi accenderà il dibattito tra le associazioni dei pazienti, e potrebbe portare ad una campagna contro la multinazionale svizzera. “Non vogliamo trovarci nuovamente di fronte ad una situazione in cui i pazienti che hanno esaurito ogni altra opzione terapeutica devono lottare ancora per l’accesso ai trattamenti, come avvenne in passato per gli inibitori della proteasi”ha aggiunto Guarinieri, chiedendo che il prezzo dei farmaci essenziali sia oggetto di un pubblico dibattito.