I dati che hanno consentito di poter parlare di una riduzione della trasmissibilità devono giocare un ruolo chiave anche nella riduzione dello stigma: se scopri di essere sieropositivo, non sei necessariamente un ‘diffusore di virus’.
Una persona in terapia precoce costa meno: è meno soggetto ad ospedalizzazioni e, in un percorso a lungo termine di cura ben importato dall’inizio, potrà modulare nel tempo gli schemi terapeutici al fine di gestire le tossicità e la sostenibilità.
D’altronde, gli interventi sanitari intelligenti vanno oltre la logica del ‘tutto subito’ o di esigenze di cassa mensili, come spesso accade oggi: invitiamo i decisori sanitari e gli amministratori a prendere consapevolezza di questo e ad agire di conseguenza.
Questo significa che l’Italia deve individuare strategie di screening proattive nei confronti della popolazione generale e garantire la sostenibilità iniziale di un modello che pagherà solo nel medio-lungo termine: sono infatti troppe le persone che, scoprendo la sieropositività ‘in stadio avanzato’, ne fanno oggi cadere gli assunti.
La definizione di una strategia di politica sanitaria dovrà quindi andare di concerto con gli impegni internazionali che l’Italia ha sottoscritto per raggiungere gli obiettivi del “Millenium Development Goals”.
Nadir, in occasione del 1° Dicembre 2011