Una nuova ricerca dimostra che, nei pazienti con infezione cronica da HIV, il nadir del numero di cellule T CD4+ raggiunto prima di iniziare la terapia antiretrovirale altamente attiva (HAART) è direttamente correlato alla risposta immunitaria ai normali vaccini. Al contrario, il numero corrente [di cellule T CD4+] non influisce sulla risposta. Considerati nell’insieme, questi risultati suggeriscono che “rimandare l’inizio della HAART in caso di infezione cronica da HIV-1 determina un ripristino immunitario funzionalmente deficitario, nonostante la normalizzazione del numero di cellule T CD4+ in circolo”, scrivono gli autori dello studio, il dottor M. Lederman della Case Western Reserve University di Cleveland, nell’Ohio, e colleghi. Questi risultati, pubblicati sul numero del 26 settembre di AIDS, si basano su uno studio compiuto su 29 pazienti con infezione da HIV e 9 controlli sieronegativi, dei quali sono state valutate le risposte immunitarie dopo la vaccinazione con il tossoide del tetano, con quello della difterite e con l’emocianina della “keyhole limpet” [un mollusco – aidsinfo.nih.gov]. Tutti i pazienti con infezione da HIV avevano avuto un numero di cellule T CD4+ > 450 cellule/microlitro e HIV-RNA < 400 copie/ml durante i 12 mesi precedenti, mentre assumevano la HAART. Oltre al nadir pre-HAART delle cellule T CD4+, l'espressione del CD28 da parte delle cellule T CD4+ è risultata direttamente correlata alla risposta immunitaria alla vaccinazione (p <0,005), scrivono gli autori. "Abbiamo rilevato che anche nelle persone con prolungata soppressione della replicazione virale, che ottengono una normalizzazione del numero di cellule T CD4+ in circolo, la ricostituzione immunitaria funzionale risulta incompleta in quei pazienti che iniziano la HAART negli stadi più avanzati dell'infezione da HIV-1, sottolineano i ricercatori. E aggiungono che restano da stabilire gli effetti a lungo termine di questa immunodeficienza subclinica.
Fonte: AIDS 2003;17:2015-2023