È il titolo della nuova pubblicazione che dà seguito al progetto sul tema della qualità della vita correlata all’HIV a lungo termine che Nadir ha iniziato con i survey del 2017 e 2019 che ci hanno permesso di conoscere le necessità delle persone con HIV per costruire un percorso verso il miglioramento della qualità di vita a lungo termine.
Percorso che ha bisogno dell’intervento di riferimenti socio-assistenziali per renderlo dignitoso e in grado di soddisfare le diverse esigenze. Soprattutto gli aspetti psicologici, finora troppo ignorati, malgrado siano intaccati fin dal momento della diagnosi, prima ancora che CD4 e viremia plasmatica possano misurare gli aspetti clinici.
Perché la sconfitta della formula che legava infezione e morte. e non la proroga di una condanna, I diversi capitoli del testo a pensare al proprio futuro, a riappropriarsi della propria vita, dei progetti di prima oppure a cercarne altri; ad investire su se stessa, a capire l’importanza delle Comunità di riferimento come parte delle strategie disponibili per ritrovare o mantenere il proprio equilibrio emozionale e piscologico, a identificare quelle più adatte e consoni alla propria natura. A disfarsi, impresa difficile, con l’aiuto dello specialista se necessario, dalle armi con cui è riuscita ad arrivare fin qui, scrollarsi il lastrico accumulato negli anni e capire che così come dal punto di vista terapeutico la lotta contro il nemico è diventata più agevole, su altri aspetti è possibile coinvolgerlo, trovare un accordo, per vivere meglio.
Domini più importanti per comprendere quali tipi di sostegno siano necessari per la persona con HIV nel suo invecchiamento sono:
- Benessere fisico: follow up clinico multidisciplinare
- Inserimento sociale; la lotta alla solitudine,
- Benessere emozionale: sostegno psicologico, strumenti conoscitivi;
- Relazioni interpersonali: cura degli affetti, del partner, della famiglia, degli amici;
- Sviluppo di attività motivanti in armonia con i propri interessi.