Dal 2001 le associazioni aderenti alla Consulta del volontariato per i problemi dell’AIDS sollevano il problema del diritto alla cura per le persone affette da HIV/AIDS ristrette in carcere.Le associazioni denunciano da tempo in particolare l’assenza di garanzia della continuità terapeutica. Sono ormai innumerevoli le segnalazioni di persone detenute cui viene negato il diritto di:
Questo nonostante l’evidenza scientifica che i farmaci che combattono l’infezione ostacolando la replicazione del virus HIV vanno assunti mantenendo invariate qualità, quantità, modalità e tempi di somministrazione. Inoltre, non bisogna dimenticare che una cura non continuativa può provocare un insuccesso terapeutico con il conseguente instaurarsi di resistenza ai farmaci.
Se la terapia non “funziona” più, la replicazione del virus non è più controllata e la malattia progredisce.
Il Ministero della Giustizia, interpellato dalle associazioni della consulta, aveva dato assicurazione di provvedimenti che tutelassero il diritto alla continuità della cura. A distanza di due anni la situazione non è però migliorata:
Tutto questo in un quadro che registra un aumento costante del numero di detenuti, che ha raggiunto la cifra di 56.250 nel mese di gennaio 2003, a fronte di una capienza limite degli istituti stimata in 41.324. I dati ufficiali relativi alle persone affette da HIV/AIDS ristrette in carcere parlano di un totale di 1.375 detenuti, ma lo stesso Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria fa notare come la cifra sia da considerare sottostimata in quanto lo screening è volontario.
Per denunciare la gravità della situazione in cui versano le persone detenute affette da HIV/AIDS, le associazioni hanno deciso di promuovere una serie di iniziative articolate nel periodo compreso tra il 1° dicembre, Giornata Mondiale di Lotta all’AIDS, e il 10 dicembre, Giornata Mondiale dei Diritti Umani con presidi davanti a molti istituti penitenziari italiani.
Attraverso questa mobilitazione chiediamo con urgenza al Governo e ai Ministri competenti che venga garantito a tutte le persone detenute il diritto alla cura e all’assistenza sanitaria durante la carcerazione, e in particolare l’accesso e il mantenimento delle terapie antiretrovirali per tutti i detenuti e le detenute affetti da HIV/AIDS.
Inoltre chiediamo che venga applicata con la massima estensione la legge sull’incompatibilità tra AIDS e lo stato di detenzione.
Al Parlamento chiediamo di svolgere fino in fondo il suo mandato e di vigilare affinché il diritto alla salute, costituzionalmente garantito dall’art. 32 come “fondamentale diritto dell’individuo”, non rimanga lettera morta ma sia sorretto da concrete ed adeguate iniziative.
Alla società civile chiediamo di adottare iniziative nei confronti dei propri rappresentanti affinché la condanna ad una pena detentiva non si trasformi in condanna a morte.
Le associazioni della consulta:
ALA
ANLAIDS Onlus
Arché
ARCIGAY
Associazione Politrasfusi Italiani
BALNE Europa
CARITAS Italiana
C.I.C.A.
C.N.C.A
Dianova
Forum AIDS
Gaynet
Gruppo Abele
LILA Nazionale
Nadir Onlus
Positif Onlus
SAMAN
San Patrignano