Rilasciate le linee guida provvisorie per il trattamento della coinfezione HIV/HBV emanate dalla BHIVALe linee guida raccomandano che tutte le persone sieropositive siano testate sui markers specifici dell’HBV entro massimo un mese dalla diagnosi di sieropositività. Quelli che risultano senza infezione da HBV dovrebbero essere vaccinati quanto prima contro l’HBV e per ragioni di sicurezza, anche contro l’apatite A. La funzione epatica dovrebbe essere regolarmente monitorata nelle persone che hanno avuto esposizione al virus dell’HBV. Prima di iniziare un trattamento anti-HIV, deve essere considerata la coinfezione dell’HBV, questo significa che la terapia anti-HIV di prima linea dovrebbe contenere farmaci attivi anche contro l’HBV, quali il 3TC e il tenofovir. Ai pazienti coinfettati deve essere chiaramente detto che l’assunzione di alcool causa danni epatici e deve essere fatta azione di informazione sulle modalità di trasmissione dell’HBV. I bambini nati da madre HBV+ dovrebbero essere caccinati contro l’HBV alla nascita e su questi bambini dovrebbe essere effettuata la profilassi post-espositiva all’HBV. I pazienti in cirrosi dovrebbero essere controllati per tumori epatici e la terapia specifica anti-HBV dovrebbe essere presa in considerazione per persone con replicazione virale attiva e per persone con transaminasi elevate. Non è ancora chiaro quando sia il momento giusto per iniziare una terapia anti-HBV. Il messaggio chiaro è però che 3TC e Tenofovir debbano essere dati come terapia anti-HIV, in quanto attivi anche contro l’HBV. Non ci sono dati ancora sufficienti per dare tenofovir e 3TC insieme, il pannello, su questo punto, è rimasto aperto ed è in attesa di commenti in quanto non esite uno studio su grandi numeri e randomizzato. Il pannello raccomanda l’utilizzo di interferone alfa e adefovir per le persone non in terapia antiretrovirale.