Il consumo di cocaina cresce dell’80 per cento in soli tre anni. Ma crescono anche gli utilizzatori di ecstasy, psicofarmaci, Lsd, e inalanti: sono le ‘droghe ricreazionali’ o ‘sociali’ con effetto disinibitore. Un motivo in più per firmare la Sign-On letter indirizzata all’Organizzazione Mondiale della Sanità.Oggi l’emergenza droghe prende il nome di cocaina. Il consumo di polvere bianca in Italia ha registrato un aumento dell’80 per cento in soli tre anni, tra il 1999 e il 2002. Ma prende il nome anche di ecstasy, anfetamine, psicofarmaci, Lsd, inalanti. E’ in crescita insomma l’uso delle cosiddette “droghe ricreazionali” e sta cambiando anche la tipologia del consumatore: non più ragazzi, ma anche uomini maturi e integrati nel mondo del lavoro.
A disegnare la nuova mappa dell’uso delle droghe in Italia è un’indagine dell’Istituto superiore di Sanità, che rileva quanto le droghe ricreazionali segnino l’aumento maggiore sulla base delle richieste di aiuto registrate negli oltre 200 Servizi territoriali pubblici e privati (Sert) censiti dallo studio Iss che, per la prima volta, accende i riflettori sul consumo di droghe diverse dall’eroina.
L’indagine, realizzata in collaborazione con le Regioni, è stata presentata oggi in occasione del workshop ‘Nuove droghe – nuovi problemi’.
“La ricerca è la prima di così ampio respiro ha affermato la ricercatrice Teodora Macchia dell’Iss – effettuata nell’ambito dei Sert: sono stati infatti coinvolti oltre 200 centri, che rappresentano il 40% di tutte le strutture diffuse in Italia e che coprono circa la metà del territorio nazionale”. Quanto al campione esaminato, è composto da 1.911 soggetti dell’età media di 27,4 anni (86.8% maschi e 13.2% femmine). “Per la prima volta inoltre – ha aggiunto la ricercatrice – l’attenzione è stata focalizzata non sul classico consumo di eroina, ma sulle droghe ricreazionali”.
I dati complessivi, comunque, non lasciano ben sperare: si registra, infatti, un aumento generale del consumo di droghe pari al 4% tra il 1999 e il 2002, come risulta dalla relazione presentata al Parlamento dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, e l’eroina resta la principale motivazione per cui ci si rivolge al Sert. In particolare, però – ed è questa la nuova allarmante tendenza segnalata dall’Iss – aumenta del 3% la quota di coloro che ricorrono a queste strutture a causa di una dipendenza specifica da droghe ricreazionali, in primo luogo dalla cocaina. Di questa, che risulta essere la preferita tra le droghe ricreazionali, fa infatti uso l’8.7% del campione, contro il 4.3% del 1999.
Scelta maggiormente dagli uomini (73.5%) rispetto alle donne (55.3%), il consumo di tale sostanza ha registrato, tra il 1999 e il 2002, un aumento dell’80%, contro il 27% dei cannabinoidi, il 5% dell’eroina e il 4% dell’ecstasy. Un incremento del 17.1% segna, infine, il numero delle persone in trattamento per anfetamine.
La ricerca mette in evidenza una sempre maggiore diffusione delle sostanze illegali per uso ricreativo, e rende particolarmente urgente intraprendere una serie di studi clinici per la valutazione delle potenziali interazioni tra i farmaci antiretrovirali e le più comuni sostanze ricreative.
Ricordiamo a tale proposito la Sign-On letter lanciata da EATG, IHRD, Thai Drug Users Network, e CEE-HRN che – tra le altre cose – chiede all’Oms di assumere un ruolo di leadrship nel garantire l’accesso ai farmaci antiretrovirali per i consumatori di sostanze illegali, ed un maggiore impegno nella ricerca e nella disseminazione delle informazioni relative a tali interazioni.