Roma, virus mortali, agenti infettanti come quelli temutissimi del vaiolo, antrace, Ebola e botulino custoditi nel laboratorio per la lotta al bioterrorismo recentemente inaugurato dal ministro della salute Girolamo Sirchia. Blitz di parlamentari e consiglieri regionali nel laboratorio contro il bioterrorismo.
Virus mortali. Agenti infettanti come quelli temutissimi del vaiolo, antrace, Ebola e botulino custoditi nel laboratorio per la lotta al bioterrorismo recentemente inaugurato dal ministro della salute Girolamo Sirchia all’interno dell’ospedale romano Spallanzani. Per ora si tratta solo di un sospetto, più che sufficiente, però, a spingere ieri la senatrice Verde Loredana De Petris ha compiere ieri un blitz presso la struttura sanitaria specializzata per le malattie infettive. Con lei una serie di consiglieri regionali e comunali Verdi, Ds e di Rifondazione comunista. A preoccupare i manifestanti sono le condizioni di sicurezza dei laboratori per la lotta al bioterrorismo, che potrebbero ospitare dentro la struttura civile agenti classificati come tipologia A, ossia ad alto rischio. Così, dopo le interrogazioni senza risposta presentate in parlamento e in regione, l’opposizione ha deciso di tentare un’ispezione diretta. Da parte sua la direzione dello Spallanzani, negando la presenza dei virus A, ha accompagnato la delegazione a visitare i padiglioni sospetti, in un tour blindatissimo in cui vigilantes hanno impedito ai fotografi di riprenderli. Il giro però non ha soddisfatto la delegazione: l’impressione, hanno commentato, è che si voglia gonfiare l’«affare bioterrorrismo» per ricavarne dei finanziamenti. La loro richiesta, dunque, è quella di un’ispezione dell’Oms per accertare attività e condizioni di sicurezza dei laboratori. Nessun problema invece per il commissario straordinario dello Spallanzani, Raffaele Donnorso secondo il quale il nuovo reparto di ricerca serve solo a diagnosticare e curare eventuali virus provocati da bioterrorismo e non a conservare o modificare agenti virali e vaccini. E le condizioni di sicurezza, poi, sarebbero tutte garantite. Tutto appare decisamente diverso, invece, a sentire medici, infermieri e tecnici che lavorano ogni giorno a contatto dei pazienti. Sempre ieri hanno contestato le scelte della direzione in una assemblea cittadina promossa nella struttura sanitaria di via Portuense da Aprile, Attac, Banca etica, Cittadinanza attiva, Cobas Spallanzani e Comitato resistenza popolare. Il personale medico e paramedico dello Spallanzani ha denunciato innanzitutto il «clima di militarizzazione»: da quando è stato aperto il laboratorio contro il bioterrorismo – hanno detto – sono comparsi recinti e telecamere in ogni viale, chi parla delle trasformazioni in atto subisce intimidazioni e provvedimenti disciplinari e non si riesce a capire cosa diavolo ci sia nei laboratori. All’ordine del giorno dell’assembela c’era anche la chiusura del reparto pediatrico dello Spallanzani al cui posto ora c’è proprio il laboratorio per la diagnostica molecolare avanzata. Per i promotori dell’assemblea, infatti, le prime «vittime» italiane del bioterrorrismo sono i bambini della capitale: per allestire il centro di ricerca il commissario speciale dello Spallanzani, di concerto con il ministero per la salute e la regione Lazio, lo ha chiuso nel dicembre scorso (ora a Roma il solo ospedale con una divisione pediatrica generica è quello del Bambin Gesù). Eppure il reparto poteva vantare stanze singole contro il contagio, letti a disposizione per i genitori dei piccoli degenti, spazi ludici e una professionalità costruita in trent’anni di esperienza. Tutti sono convinti insomma della necessità di riaprirlo. Da parte sua il commissario straordinario Donnorso si è sempre difeso sostenendo di non aver chiuso il reparto, bensì di averlo trasformato in day hospital per motivi economici. Fatto sta che attualmente i bambini vengono ricoverati nei reparti degli adulti.