Sono arrivati a 200 i sieropositivi che hanno subito un trapianto di organo, con lo stesso tasso di successo rispetto ai trapiantati sieronegativi. Di questi solo otto (sette operati al fegato ed uno al rene) hanno subito l’intervento in Italia dove per ora e’ stato autorizzato solo il trapianto di fegato. A riferire gli ultimi dati e’ stato il chirurgo Ignazio Marino, l’ex direttore dell’Ismett di Palermo (ora all’universita’ Jefferson di Filadelfia) dove nell’estate del 2001 realizzo’ il primo trapianto di rene in Italia su una persona contagiata dal virus. Marino, nel corso di un incontro fra i massimi esperti di Aids e tumori in Italia presso il Cro di Aviano, ha spiegato che la sopravvivenza, ed e’ questo il dato piu’ confortante, e’ praticamente la stessa tra sieropositivi e sieronegativi. Si prevede infatti, che ci si trovera’ sempre piu’ spesso ad affrontare la necessita’ di trapiantare al fegato sieropositivi che sempre piu’ spesso sono infettati anche dall’epatite C. A supporto dei medici che stanno affinando le terapie antirigetto per questi malati e’ stato istituito un anno fa circa il primo registro mondiale dei trapianti d’organo nei pazienti sieropositivi, la cui responsabilita’ e’ stata affidata proprio a Marino. Il registro sta permettendo di verificare non solo i dati sulla sopravvivenza e la funzionalita’ dell’organo ma anche quelli sulla doppia terapia farmacologica seguita da questi pazienti: quella immunosoppressiva e quella contro il virus Hiv.