Sono incoraggianti i primi risultati clinici di BMS-488043, un nuovo inibitore della fusione orale messo a punto dai laboratori di Bristol Myers Squibb.Sono incoraggianti i primi risultati clinici di BMS-488043, un nuovo inibitore della fusione orale messo a punto dai laboratori di Bristol Myers Squibb, presentati all’undicesima Conference on Retrovirus and Opportunistic Infections (CROI), conclusasi mercoledi’ a San Francisco. La molecola, sperimentata in monoterapia su 30 sieropositivi non solo ha mostrato la capacita’ di ridurre sensibilmente la carica virale, ma anche di essere ben tollerata. Il farmaco fa parte dell’ultima generazione di composti anti HIV, gli inibitori della fusione, e si avvale di un nuovo meccanismo d’azione che blocca l’ingresso del virus nelle cellule bersaglio. Per valutarne l’efficacia e’ stato condotto uno studio in cui sono stati arruolati 30 pazienti HIV positivi che rispondevano a queste caratteristiche: naive alla terapia antiretrovirale oppure non in terapia da oltre 16 settimane, una conta di CD4 maggiore di 250 cellule per millimetro cubo e una carica virale tra 5000 e 500.000 copie/mL. I due gruppi di 15 pazienti ciascuno (12 venivano trattati con il farmaco e 3 con placebo) hanno ricevuto 800 o 1800 mg del farmaco o placebo ogni 12 ore per 8 giorni. La maggioranza dei pazienti di entrambi i bracci (7 nel gruppo che ha assunto 800 mg al giorno dell’inibitore e 8 in quello da 1800 mg) hanno visto una riduzione della carica virale di almeno un logaritmo gia’ all’ottavo giorno. Bristol Myers Squibb ha gia’ annunciato che la sperimentazione proseguira’ in altri studi clinici.