Uno studio condotto in Camerun da esperti della John Hopkins University coordinati da Nathan Wolfe ha osservato e descritto il passaggio di un retrovirus simile all’Hiv dalle scimmie all’uomo. Il virus (spumaretrovirus, SFV) si trasmetterebbe attraverso la caccia, il contatto con il sangue o il cibarsi da parte di abitanti delle campagne di questi animali. La ricerca, pubblicata su “Lancet”, esorta anche a porre un argine a questa pratica, proprio per la pericolosità della trasmissione di malattie animali agli uomini che potrebbe dare luogo ad un’altra nuova epidemia. L’allarme degli studiosi deriva dal fatto che la presenza del virus è stata rilavata negli esseri umani. Tra le teorie sull’origine dell’Hiv c’è il trasferimento del virus dai primati all’uomo attraverso l’alimentazione con carne di scimmia, avvenuto almeno 20 anni prima che diventasse una pandemia. Come l’HIV, SFV è un retrovirus che, incidendo sul DNA delle cellule che infetta, è difficile da combattere. Il virus pone diversi problemi: dalla preservazione delle specie di scimmie coinvolte, che sono tre, al fatto che la carne di scimmia è una fonte tradizionale di alimentazione per gli abitanti della foresta dellAfrica centrale ed occidentale. Gli anticorpi dell’SFV sono stati trovati in 10 persone – l’1 per cento del campione di 1100 individui – e ciò dimostra che erano stati esposti al virus. L’analisi dettagliata dei campioni di tre persone ha confermato la presenza del DNA del virus ed i ricercatori, e uno dei tre ha ammesso di aver macellato e di essersi alimentato con carne di scimmia, e dichiarazioni analoghe le rilasciate le altre due persone. Nel Cameroon del sud si trova il punto geografico dove si ritiene che l’HIV abbia compiuto il salto di specie dalle scimmie nell’uomo.