Gli uomini circoncisi avrebbero meno probabilità di essere infettati con il virus causa dell’AIDS. Ad affermarlo sono i ricercatori della Johns Hopkins University Medical School di Baltimora, nel Maryland, già autori di uno studio simile lo scorso ottobre. Questa volta però i ricercatori hanno precisato che la causa pare essere biologica e non legata a comportamenti meno rischiosi tenuti, magari per ragioni culturali, dagli uomini circoncisi. I ricercatori hanno inoltre osservato che la circoncisione ha avuto un effetto protettivo contro l’Hiv, ma non contro altre infezioni sessualmente trasmesse quali la sifilide o la gonorrea. Gli studi hanno indicato che gli uomini circoncisi hanno sei-otto volte meno probabilità di diventare sieropositivi all’HIV. La questione dibattuta, una volta visti i dati, è capire il perché. Secondo Robert Bollinger, autore di uno studio effettuato fra il 1993 e il 2000 in India, dove la circoncisione non è comune, il dato suggerisce come la spiegazione debba essere biologica e non comportamentale. Bollinger, intervistato dalla rivista The Lancet, ha precisato che la pratica della circoncisione è influenzata dagli atteggiamenti culturali e religiosi, ma è comune negli Stati Uniti. A conferma dell’ipotesi che la protezione dall’HIV è dovuta alla circoncisione, ci sarebbe il fatto che essa non ha evitato agli uomini l’infezione con virus di altre malattie sessualmente trasmesse. Il sospetto degli scienziati è che il tessuto che copre la parte superiore del pene, che viene rimosso con la circoncisione, conterrebbe le cellule che hanno i ’’ricevitori’’ dell’HIV, il punto di entrata principale del virus nel pene.