L’iniziativa delle Nazioni Unite di dotare tre milioni di persone malate di Aids nei paesi in via di sviluppo di farmaci antiretrovirali (ARVs) entro il 2005 sta incontrando serie difficoltà. Questo a causa della mancanza di fondi che potrebbe far fallire l’importante operazione. In tutto il mondo vi sono 36 milioni di sieropositivi, ogni anno muoiono per Aids 3 milioni di persone; Nel Sud Est asiatico hanno bisogno di farmaci 900mila persone, li ricevono solo 60mila. L’India ha 5 milioni di sieropositivi. Il Brasile è l’unico paese in cui il 50% dei pazienti è in trattamento effettivo grazie ad una particolare politica nazionale: nel resto del mondo riceve la terapia adeguata solo l’1% di chi ne avrebbe bisogno. “Erano necessari 5,5 miliardi di dollari, ma ne sono arrivati solo 2,3 miliardi, con il contributo di Inghilterra, Svezia e Spagna. Se il progetto 3×5 fallisce, come probabile, a causa della mancanza di denaro, non ci saranno scuse o ragioni, solo le tombe delle persone tradite”: è questa la dichiarazione di Stephen Lewis, inviato speciale del Segretario Generale dell’ONU per l’AIDS in Africa. Il sito del London Observer riferisce che alcuni paesi, in particolare gli Stati Uniti sono riluttanti a finanziare il progetto, che si basa sulla combinazione a dose fissa di farmaci antiretrovirali che infrangono il brevetto in alcune nazioni. Gli Stati Uniti hanno dichiarato di contestare la sicurezza della combinazione di farmaci ma gli attivisti affermano che la posizione americana è caldeggiata dalle industrie che disapprovano la terapia perché danneggia i propri interessi economici. Sostiene Ellen T Hoen di Medici Senza Frontiere: “Gli americani vogliono comprare solo farmaci approvati dall’FDA e quindi non approvano il progetto unicamente per il problema del brevetto, non per la sua sicurezza o efficacia”. La strada per l’accesso ai farmaci anti-Aids per la maggior parte dei Paesi del Sud del mondo sembra particolarmente irta di ostacoli.