Un decreto «inefficace e dannoso» che colpisce «solo l’ultima ruota del carro» e che costituisce niente più che «fumo negli occhi dei cittadini». Di più: un decreto che «ignoreremo». I medici di tutte le aree politiche e sindacali fanno coro contro il decreto legge anti-truffe varato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri. Un provvedimento che, invece, il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, difende a spada tratta: «Si tutela dignità della professione medica» e si rafforza «il rapporto di fiducia» con i cittadini.
Cresce la polemica contro le norme varate dal Governo con l’obiettivo di colpire gli illeciti in Sanità. Un segnale del testa a testa che si avrà prestissimo in Parlamento, non appena il decreto sarà presentato alle Camere. Anche in attesa di mettere a punto il «Manifesto etico» proposto dal ministro.
Sirchia: diamo dignità ai medici. Anche ieri il ministro della Salute è sceso in campo per ribattere alle contestazioni e alle polemiche delle categorie. «Polemiche del tutto infondate», ha dichiarato, ricordando che «le sanzioni amministrative saranno applicate in caso di colpa grave» e che, pertanto, «sono esclusi dall’ambito della sanzionabilità anche solo amministrativa gli errori e la variabilità del giudizio del medico sulla scelta della terapia più opportuna».
Come dire: i medici non devono avere alcuna paura per le loro prescrizioni, l’illecito è altra cosa. Il decreto, anzi, ha un solo obiettivo: «Rafforzare il rapporto di fiducia tra medico e paziente, contribuendo alla tutela della dignità della professione medica, mai messa in discussione».
Sindacati e Ordini all’attacco. Ma le parole del ministro continuano a non convincere sindacati e Ordini dei medici. «Un decreto inefficace e inappropriato, nel merito e nel metodo»: così bolla il provvedimento l’Ordine di Torino (ieri in Piemonte la Guardia di Finanza ha chiesto alla Regione la documentazione sulla spesa sanitaria degli ultimi cinque anni). Contestando misure che «pretendono di reprimere fenomeni illeciti senza preoccuparsi della loro prevenzione per placare le legittime preoccupazioni dei cittadini senza risolvere i problemi». Per questo, occorrono «con urgenza» regole nuove che ridefiniscano le responsabilità nei controlli e nelle sanzioni, ma senza «devastanti generalizzazioni» che altrimenti minerebbero il rapporto di fiducia medico-paziente. E contro generalizzazioni e delegittimazioni, si è espresso anche l’Ordine dei medici di Roma. Durissime, poi, le contestazioni sindacali. «Si vuole colpire la Sanità pubblica intimidendo indiscriminatamente i medici», ha dichiarato Mario Falconi (Fimmg), che nel fondo intravede la voglia di minare alla radice il servizio pubblico e di creare un «sistema mutualistico a doppia velocità», con una sanità per i ricchi e una per i poveri. Di decreto «indegno di un «Paese moderno e civile», che se diventasse legge «andrà ignorato», parla invece Stefano Biasioli (Cimo-Asmd). Che aggiunge: siamo davanti a «un decreto cacasenno, indegno rappresentante di una stirpe di saggi». Contestazioni fatte proprie anche dalla Fimp (Federazione dei pediatri) e dal Cumi-Aiss, che contesta il mancato coinvolgimento della categoria e che giudica le norme niente più che «fumo negli occhi dei cittadini».
l congressi: Le sospensioni dei congressi medici «hanno provocato grandi danni» maggiori dei benefici che qualcuno s’attendeva, ha affermato Massimo Fabio, presidente di Italcongressi. Che crede nella bontà del «Manifesto» di Sirchia e difende l’utilità dei congressi medici (quelli privi «di sbavature e di annessi superflui»), a garanzia dei cittadini e dell’«esigenza formativa» della classe medica.