108 parlamentari di sette gruppi politici e di 13 paesi hanno sottoscritto una proposta al Consiglio europeo per riformare le convenzioni Onu sulle droghe, in vista del vertice di Vienna. In essa si legge che «la politica di proibizione delle droghe derivante dalle convenzioni Onu del 1961, del 1971 e del 1988 sia la vera causa del danno crescente che la produzione, il traffico, lo spaccio e il consumo di sostanze illegali apportano a interi settori della società, all’economia nonché alle pubbliche istituzioni, minando la salute, la libertà e la vita degli individui». Per questo si chiede al Consiglio e agli stati membri di «prendere in esame i risultati positivi ottenuti in diversi paesi tramite l’attuazione di politiche che implicano la riduzione del danno e del rischio (in particolare attraverso l’amministrazione di sostanze sostitutive), la depenalizzazione del consumo di certe sostanze, la depenalizzazione parziale della vendita della cannabis e dei suoi derivati, e la distribuzione di eroina sotto controllo medico». Inoltre, si chiede «di avviare un processo di revisione delle convenzioni Onu». Sulla base di questa proposta, in Italia sono state presentate mozioni in alcuni consigli comunali (a Genova se ne discuterà la prossima settimana) che chiedono di stabilire «un sistema per il controllo legale e la regolamentazione della produzione, vendita e consumo di sostanze attualmente illegali».