In occasione della pubblicazione delle nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Salute per contrastare l’evoluzione del COVID 19, oltre alla somministrazione dei vaccini, sono sottolineati 3 aspetti in particolare: 1) l’uso della mascherina in determinate situazioni e condizioni, 2) l’isolamento abbreviato in alcuni casi di positività asintomatica, 3) l’assunzione degli antivirali approvati da FDA e da EMA nei casi di vulnerabilità. Non sono priorizzati, invece gli anticorpi monoclonali in quanto non hanno raggiunto il necessario livello di efficacia, almeno fino alla data del 13 gennaio scorso. Il Ministero della Salute, pur rimarcando la leggera diminuzione dei nuovi contagi, si trova allineato con le raccomandazioni dell’OMS.
Mascherine
A differenza delle raccomandazioni precedenti, l’uso delle mascherine è consigliato a prescindere dalla situazione epidemiologica locale.
In particolare, dopo una recente sospetta esposizione al Covid, quando si è ad alto rischio di Covid grave e per chiunque si trovi in uno spazio affollato, chiuso o poco ventilato.
Analogamente alle raccomandazioni precedenti, l’Oms consiglia di utilizzarle anche in altri casi, sulla base di una valutazione del rischio. I fattori da considerare includono le tendenze epidemiologiche locali o l’aumento dei livelli di ricovero, i livelli di copertura vaccinale e di immunità nella comunità e l’ambiente in cui le persone si trovano. Questo implica una particolare attenzione a non abbassare la guardia in luoghi chiusi, in ambulatori e centri clinici, soprattutto per le donne in stato di gravidanza e per chi ha situazioni di cronicità o insufficienza immunologica.
Periodo di isolamento
OMS consiglia di dimettere precocemente dall’isolamento i pazienti affetti da Covid se risultano negativi a un tampone rapido. In assenza di test, per i pazienti con sintomi, le nuove linee guida suggeriscono 10 giorni di isolamento
a casa o in una struttura dedicata, come l’ospedale o una clinica a partire dalla data di comparsa dei sintomi.
Per chi risulta positivo al tampone ma è asintomatico sono consigliati 5 giorni di isolamento in assenza di test in quanto è stato dimostrato che “le persone asintomatiche hanno molte meno probabilità di trasmettere il virus rispetto a quelle sintomatiche.
Antivirali
L’Oms ha infine esteso la forte raccomandazione per l’uso di nirmatrelvir-ritonavir (“Paxlovid“). Le donne in gravidanza o in allattamento affette da Covid non grave dovrebbero consultare il proprio medico per stabilire se assumere questo farmaco, visti i “probabili benefici” e la mancanza di eventi avversi segnalati.
Attualmente esistono 6 opzioni terapeutiche per i pazienti affetti da Covid, tre di esse evitano il ricovero alle persone ad alto rischio e tre salvano la vita a coloro che presentano malattia grave o critica. Ad eccezione dei corticosteroidi, l’accesso ad altri farmaci rimane insoddisfacente a livello globale.
Sconsigliato, invece, l’uso degli anticorpi monoclonali (sotrovimab e casirivimab – imdevimab) dato che non sono in grado di garantire la sicurezza del paziente e hanno un’attività ridotta contro le varianti attualmente predominanti.
In ogni caso, la situazione è in rapida evoluzione anche per quanto riguarda eventuali varianti, nuovi antivirali e nuovi vaccini sono in fase di studio ed è opportuno che le persone con il sistema immunitario debilitato si mantengano sempre aggiornate direttamente con le istituzioni preposte alla salute.
FARMACI ANTIVIRALI APPROVATI DALL’EMA:
Paxlovid (nirmatrelvir-ritonavir) e Lagevrio (molnupiravir), per i pazienti con COVID-19 da lieve a moderata, con forti prove scientifiche che possono ridurre il rischio di progressione verso una malattia grave, tra cui ospedalizzazione e morte. Terapia orale per 5 giorni,
Veklury (remdesivir) per gli adulti e alcuni pazienti pediatrici con COVID-19. Questa è una terapia endovenosa (IV) per tre giorni.
Olumiant (baricitinib) e Actemra (tocilizumab), anticorpi monoclonali, che dsi recente sono stati definiti di moderata efficacia.