Giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia
Nella Giornata internazionale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia, l’Italia si sveglia con il monito del capo dello Stato. Per Mattarella, il Paese “non è immune da episodi di omotransfobia”, parla di “lacerazioni alla convivenza democratica” e lancia l’avvertimento: “non è possibile accettare di rassegnarsi alla brutalità”. Dal Quirinale, giunge l’invito alle istituzioni, affinché si impegnino “per una società inclusiva e rispettosa delle identità”.
Poco dopo, arriva il messaggio della premier. Per Giorgia Meloni “il governo è, e sarà, sempre in prima linea” nel contrasto a “discriminazioni e violenze inaccettabili”.
Nel pomeriggio dello stesso 17 maggio, da Bruxelles, il colpo di scena: l’Italia, oltre a Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Lettonia, Lituania, Romania, Slovacchia e Ungheria, è tra i nove Paesi dei 27 Ue che non firmano la Dichiarazione lanciata dal Consiglio d’Europa per la promozione di politiche a favore delle comunità LGBTIQ+, preparata proprio in occasione della Giornata.
Un’altra occasione persa per l’Italia nell’affermazione di diritti. Il governo italiano nega la firma alla dichiarazione che cerca di sancire un principio liberale verso i più vulnerabili, non certo di rivoluzionare il Paese con l’obbligo legislativo di diventare tutti LGBTIQ.
Il testo inizia con la panoramica degli sforzi culturali, etici e legislativi che ha svolto l’UE per arrivare a includere la seguente dichiarazione programmatica verso il prossimo quinquennio.
Di seguito, parte del testo votato e approvato a maggioranza dal Parlamento Europeo
DICHIARAZIONE SUL CONTINUO AVANZAMENTO DEI DIRITTI UMANI DELLE PERSONE LGBTIQ IN EUROPA
Bruxelles, 17 maggio 2024
Omissis
Uguaglianza e non discriminazione sono valori fondamentali e diritti fondamentali sanciti nell’UE nell’articolo 2 del trattato sull’Unione, articolo 10 del trattato sul funzionamento dell’Unione e dell’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
I Trattati dell’Unione Europea, la Carta e il Diritto Internazionale ne garantiscono il godimento dei diritti umani a tutti, indipendentemente dalle differenze basate sui seguenti motivi: sesso, razza o etnia, origine, religione o convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale. Altri motivi tra cui il genere, l’identità di genere, l’espressione di genere o le caratteristiche sessuali sono tutelate dalla legislazione nazionale dei vari Stati membri. Il Parlamento Europeo, il Consiglio e la Commissione condividono la responsabilità nel garantire la promozione e la tutela dell’uguaglianza e della non discriminazione.
Affermare il principio di uguaglianza è imperativo; metterlo in pratica è altrettanto essenziale.
Ciò è particolarmente vero per le persone LGBTIQ che rimangono a rischio in questo senso.
Omissis
L’acronimo “LGBTIQ” viene utilizzato per comprendere una gamma di sessualità e identità di genere e sta per “lesbiche, gay, Bisessuali, Transgender, Intersessuali e Queer”. L’uso di questo acronimo non intende escludere nessuno.
Ci impegniamo a promuovere insieme i diritti delle persone LGBTIQ. Questo risultato non può che essere raggiunto se i diritti delle persone LGBTIQ rimarranno una priorità nell’agenda europea. Noi invitano pertanto gli Stati membri e la Commissione a rinnovare il loro impegno verso un’Unione europea in cui i diritti umani delle persone LGBTIQ siano pienamente garantiti, rispettati, implementati e applicati.
Riconosciamo la necessità che gli Stati membri svolgano un ruolo attivo nel promuovere la comunità LGBTIQ, l’uguaglianza in tutte le sedi pertinenti, compreso il Consiglio d’Europa a cui partecipano tutti gli Stati membri.
Riconosciamo gli sforzi di advocacy e il lavoro di base degli organismi per l’uguaglianza e della società civile, delle organizzazioni e difensori dei diritti umani che lavorano instancabilmente sugli aspetti che riguardano le persone e le violazioni dei diritti umani che queste comunità continuano ad affrontare. Siamo uniti nel celebrare la diversità e sostenere la resilienza delle comunità LGBTIQ in tutta l’UE.
Invitiamo gli Stati membri a:
- Riaffermare il proprio impegno a promuovere l’uguaglianza e a prevenire e combattere discriminazione, in particolare sulla base dell’identità di genere, dell’espressione di genere, del sesso, caratteristiche e orientamento sessuale;
omissis
- Rafforzare ulteriormente la protezione delle persone LGBTIQ, sia online che offline, da qualsiasi forma di esclusione, odio, discriminazione e violenza, compreso il divieto di «pratiche di conversione»;
- Impegnarsi a continuare a sostenere il lavoro sull’accettazione sociale delle persone LGBTIQ e costruzione di alleanze, come elemento chiave per contrastare la crescita e l’influenza dei movimenti di contrasto:
- Garantire ulteriormente la parità di accesso ai servizi sanitari per le persone LGBTIQ, tenendo conto tenere conto delle loro esigenze specifiche;
- Prevedere status giuridico per le coppie omosessuali, in applicazione della giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo;
- Continuare a proteggere e sostenere le organizzazioni della società civile e i diritti umani che difendono i diritti delle persone LGBTIQ;
omissis
Invitiamo la Commissione a:
- Rimanere impegnata a favore dei diritti delle persone LGBTIQ nella lotta per l’uguaglianza e contro la discriminazione e ai diritti delle persone LGBTIQ a una vita non violenta, attraverso un forte quadro istituzionale per l’uguaglianza che comprenda la piena attuazione dell’attuale strategia e formulando una nuova strategia per l’uguaglianza delle persone LGBTIQ per:
- Definire iniziative appropriate, azioni mirate e politiche, per condurre valutazioni d’impatto e monitorarne i progressi.
- Sviluppare e applicare programmi in collaborazione con la società civile e stanziare risorse sufficienti, in particolare per sostenere meglio le Organizzazioni della società e i difensori dei diritti umani che sostengono i diritti fondamentali delle persone LGBTIQ.
- Rinnovare il mandato sull’uguaglianza nella prossima Commissione 2024-2029;
omissis
La firma di questa dichiarazione è aperta a tutti gli Stati membri che lo desiderino. L’elenco degli Stati a sostegno di questa dichiarazione potrà essere prorogato nel tempo.
https://belgian-presidency.consilium.europa.eu/media/kvibjar1/declaration-final.pdf