Gli Ordini dei medici avranno un ruolo chiave nella valutazione della «colpa grave» di cui si rende responsabile il medico che truffa il Ssn, l’unica a essere considerata dal decreto-legge anti-illeciti (Dl 32/2003) varato dal Governo. È a questo accordo – raggiunto ieri tra il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, e il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnom), Giuseppe del Barone – che è affidato il compito di calmare le polemiche nei confronti del provvedimento. Difficile dire se la «maggior valorizzazione del ruolo degli Ordini» promessa da Sirchia sarà sufficiente a calmare gli animi, anche se Del Barone si è detto «molto soddisfatto delle garanzie ricevute dal ministro». Secondo il presidente della Fnom, infatti «gli Ordini saranno chiamati a valutare la colpa grave assieme al magistrato e alle Regioni» e questa procedura, che sarà disciplinata con regolamento, «offrirà le necessarie garanzie a tutti i medici». Nel pacchetto concordato tra Sirchia e Del Barone figura anche la promessa di un riconoscimento del «ruolo di terzietà degli Ordini dei medici rispetto a ministero e Regioni» per l’accreditamento di corsi di formazione e provider, lasciando in secondo piano le società scientifiche. Dovrebbe essere istituito anche il «tavolo permanente di consultazione sugli argomenti di diretto coinvolgimento della professione medica e odontoiatrica». «Nel corso dell’incontro non sono stati toccati problemi sindacali», ha tenuto a chiarire Del Barone, rispondendo indirettamente alle polemiche sollevate dai sindacati di categoria alla notizia dell’incontro. Proprio ieri il fronte della protesta è tornato a farsi sentire. Il segretario nazionale Fimmg (medici di famiglia) Mario Falconi, ha chiesto agli iscritti di «autosospendersi da tutte le commissioni ministeriali» per difendere «onore e dignità» della categoria, in attesa dell’incontro convocato del 14 marzo con le altre sigle sindacali e mediche e le organizzazioni dei cittadini. A ravvivare un dibattito dai toni già vivaci c’è anche la scadenza ravvicinata per l’avvio delle trattative su contratti e convenzioni. Proprio ieri Sirchia, inaugurando un hospice per i malati oncologici terminali a Fatebenefratelli di Milano, aveva espresso interessamento per il modello statunitense del generalista ospedaliero «un medico di famiglia vicino all’internista di una volta, che si prenda cura della persona in strutture ad hoc distribuite sul territorio». Un nuovo modello – aveva concluso da valutare nell’ambito del rinnovo della convenzione per la medicina territoriale. «Sugli ospedali di comunità, l’Italia fa scuola e non ha bisogno di importare alcun modello», è stata la replica di Falconi. Su questo tema e sul Ddl destinato a modificare l’esclusività di rapporto dei camici bianchi con il Ssn i confronti non sono del resto conclusi. Secondo quanto riferito dal Del Barone, infatti, il ministro sarebbe intenzionato a «inviare una lettera e un questionario sia ai medici di famiglia che ai dipendenti, per chiedere quali sono le loro opinioni sulla convenzione, sull’esclusiva e sul nodo dell’intra-moenia».