Le linee guida statunitensi sull’uso non occupazionale
della profilassi post-esposizionale (PEP), annunciate la settimana scorsa, differenziano
da quelle europee per tre ragioni. Queste includono: le situazioni dopo il quale
viene raccomandato il trattamento PEP, l’estimato rischio di trasmissione
dell’HIV e la scelta dei farmaci da utilizzare.
La PEP non occupazionale (NPEP) consiste nell’uso di
farmaci antiretrovirali per prevenire l’infezione da HIV dopo un’esposizione
al virus non occupazionale. Questo può avvenire attraverso rapporti sessuali
non protetti, stupri, iniezioni in condizioni non igieniche, incidenti.
Entrambe le linee guida dimostrano che la PEP dovrebbe essere prescritta alle
persone HIV negative che sono state esposte a potenziali infezioni tramite i
fluidi di una persona HIV positiva e dove l’esposizione pone un rischio
sostanziale. La terapia antiretrovirale dovrebbe essere eseguita per 28 giorni,
in modo tale da non permettere l’infezione sistemica da HIV.
Le linee guida USA raccomandano la PEP quando la persona conosciuta è
HIV positiva. Quando non si è sicuri della HIV-positività della
persona, si raccomanda di effettuare la terapia a discrezione del medico.
Invece, le linee guida europee sono più specifiche in quando la PEP debba
essere usata, nel caso in cui non si conosca lo stato sierologico della persona
“sorgente” del rischio:
- Si raccomanda il trattamento, successivamente ad una potenziale esposizione
attraverso rapporti anali recettivi con una persona facente parte di un
gruppo con una elevata prevalenza di HIV (>15%). - Si dovrebbe considerare NPEP in seguito a rapporti anali, vaginali od
orali con eiaculazione da persona facente parte di un gruppo con una elevata
prevalenza di HIV. - Se “la sorgente” non è di una persona facente parte
di un gruppo con una elevata prevalenza di HIV, si raccomanda NPEP solamente
dopo l’esposizione attraverso rapporti anali.Esistono anche differenze
fra i rischi di trasmissione citati nelle due linee guida. Ad esempio il
rischio di trasmissione attraverso rapporti anali è stimato intorno
al 0,5% in quella americana, mentre in quella europea del 3%.
Rappresentanti del Progetto Europeo sulla profilassi di post-esposizione
non occupazionale per l’HIV (Euro-NONPEP), scrivono sull’Eurosurveillance
Weekly: “Queste grandi differenze nel rischio di trasmissione devono avere
influenzato le raccomandazioni fatte per l’uso di PEP. Finché non
esiste certezza riguardo al vero rischio di trasmissione attraverso differenti
esposizioni, viene difficile trovare un accordo su tutte le situazioni ove la
PEP dovrebbe essere prescritta.”Inoltre le linee guida differenziano su
come devono venire usati gli antiretrovirali. Gli Stati Uniti sostengono che
l’uso di due inibitori della transcriptasi inversa nucleosidici (NRTIs)
sono sufficienti, visto che non ci sono prove sull’effettivo aumento di
efficienza con la terapia a tre medicinali.
In contrasto, le linee guida europee raccomandano la terapia con tre farmaci,
di 2 classi differenti oppure quella con due farmaci. Euro-NONPEP scrive: “Le
linee guida degli Stati Uniti sottolineano soprattutto il possibile rischio
di effetti collaterali e affermano che questi dovrebbero venire discussi con
i pazienti”.Euro-NONPEP mette in risalto il fatto che i due differenti
paesi non condividono i loro dati e le loro raccomandazioni, in modo tale da
potere costruire le basi sulle quali fare linee guida comuni.