Nella sua denuncia, Aiuti sottolinea che “non solo non sono messi a disposizione dei malati nuovi farmaci antivirali per la cura dell’Aids già registrati in commercio come l’atazanavir, il fosamprenavir e il T-20. Ma c’è un assurdo ritardo nella registrazione di farmaci rispetto a quanto avviene in altri Paesi europei.
“La cosa è tanto più grave – sottolinea Aiuti – per quei pazienti che avevano usato questi farmaci per molti mesi per uso sperimentale o compassionevole prima della registrazione e che ora, messi in commercio dalle industrie farmaceutiche, non vengono più distribuiti gratuitamente alle aziende ospedaliere. Le segnalazioni sono spesso anonime o con richiesta di non indicare i nominativi in quanto i malati desiderano mantenere l’anonimato e i medici hanno timore di suscitare reazioni negative nei direttori delle aziende ospedaliere”.
“Pur essendo vero – prosegue Aiuti – che le aziende ospedaliere devono inserire nel loro prontuario i nuovi farmaci, è anche vero che la legge stabilisce che i prodotti, se registrati, devono essere disponibili per tutti i malati che hanno le caratteristiche previste per usarli. Recentemente – ricorda l’immunologo – il ministro Girolamo Sirchia, in occasione della riunione della Commissione nazionale Aids, su mia richiesta ha ribadito che le aziende ospedaliere devono rendere immediatamente disponibili i farmaci registrati sul prontuario in fascia H (uso ospedaliero). Inoltre – sottolinea Aiuti – l’introduzione dei farmaci non comporta alcuna spesa in eccesso per gli ospedali in quanto, se un malato prende un nuovo farmaco, sospende quello che stava usando prima”.