I medici dell’AISF (Associazione italiana per lo studio del fegato), riuniti a Roma per il congresso annuale, propongono un decalogo di prevenzione: semplici regole per la salute del proprio fegato. Nota di Nadir: “ Nel 2005 questi esperti avrebbero potuto fare uno sforzo maggiore verso gli standard internazionali”.La prima regola consiste nel seguire corrette abitudini igieniche, poiché l’epatite A si trasmette tramite alimenti infetti come frutti di mare, verdure e acqua, (Nota Nadir: anche sessualmente…non si sa perché ma in Italia questo concetto non viene digerito) mentre la B e C attraverso il sangue di un soggetto infetto (Nota di Nadir: anche sessualmente…non si sa perché ma in Italia questo concetto fatica a decollare tra “gli esperti”). Quindi viene posta l’attenzione sulla moda dei piercing e dei tatuaggi, che devono essere realizzati con strumenti sterilizzati, e sul divieto di assumere droga sia per lo scambio delle siringhe infette sia per i danni diretti al fegato.
Gli altri consigli riguardano l’assunzione moderata di vino e bevande alcoliche e l’esecuzione di controlli periodici del sangue, grazie ai quali rilevare il livello degli enzimi epatici, oltre all’esecuzione di screening in gravidanza per l’epatite B, che potrebbe essere trasmessa al bambino. Sconsigliati i rapporti sessuali non protetti (Nota Nadir: più che sconsigliati, diremmo noi fortemente sconsigliati, vista l’infezione per via sessuale delle epatiti virali….e non solo !), mentre particolare attenzione va posta ai farmaci che si assumono, perché passano per il fegato e alte quantità possono essere dannose per l’organo. Infine il consiglio di vaccinarsi contro l’epatite A e B. (nota di Nadir: ricordiamo che in Italia la vaccinazione per l’epatite A non è gratuita, se non per particolarissimi casi…anche questo forse gli esperti avrebbero dovuto sottolineare…).
Queste malattie sono da un lato legate a stili di vita e comportamenti a rischio, dall’altro asintomatiche e dal decorso pluri-decennale: in questo quadro risulta fondamentale una corretta educazione e sensibilizzazione ad adottare comportamenti corretti e ad effettuare screening di controllo. “Le epatiti A, B e C, la cirrosi, il tumore, la steatosi o fegato grasso, le malattie delle vie biliari: queste sono le patologie epatiche che hanno maggior impatto sulla popolazione italiana”, afferma Antonio Benedetti, segretario del Comitato Coordinatore AISF. “Una prevenzione efficace può ridurre la portata di queste malattie e può essere attuata mediante l’adozione di semplici accorgimenti e stili di vita o tramite il vaccino: questo è stato dimostrato nel caso dell’epatite B: l’incidenza in Italia si è drasticamente ridotta dal 1991 con l’introduzione della vaccinazione obbligatoria. Purtroppo non è ancora disponibile un vaccino per l’epatite C e il nostro sforzo deve quindi concentrarsi sulla prevenzione del contagio e sulla terapia”, ha concluso Benedetti. (nota di Nadir: sarebbe stato utile che gli esperti avessero sottolineato la necessità di rendere disponibile la vaccinazione per l’epatite A gratuitamente…. )