I casi di Aids dovuti a contagio sessuale sono aumentati in Italia nel 2004, e la popolazione sessualmente attiva è “poco consapevole” del pericolo di contrarre la malattia. Lo riferisce una nota del ministero della Sanità, che riassume i dati sulla diffusione della malattia raccolti dall’Istituto superiore di Sanità e discussi oggi dalla Commissione per la lotta all’Aids.
I dati mostrano un “aumento della percentuale dei casi di Aids attribuibili a contagio sessuale (gli eterosessuali rappresentano il 40,3%) e la diminuzione, invece, dei casi attribuibili alle altre modalità di trasmissione (tossicodipendenza e trasfusioni)”, si legge nella nota. “Tutta la popolazione sessualmente attiva – continua la nota – diventa perciò fascia potenzialmente più a rischio, perché poco consapevole del pericolo derivante da rapporti occasionali e non protetti. E’ emerso, infatti, che nel 2004 più della metà dei malati di Aids non era mai stata a conoscenza di essere sieropositiva”.
Secondo i dati dell’Istituto, nei primi sei mesi del 2004 si sono registrati 848 nuovi casi, mentre 321 sono stati i decessi. Lombardia, Lazio, Liguria ed Emilia Romagna sono tra le regioni più colpite. L’età media della popolazione affetta da Aids è aumentata, continua la nota, raggiungendo i 41 anni per gli uomini e i 38 per le donne (nel 1985 le età medie erano rispettivamente 29 e 24 anni).
“La percentuale di immigrati colpiti da Aids aumenta, passando da 8,6% nel 2003 a 9,8% nel 2004”, si legge ancora nel comunicato. Per quanto riguarda infine le nuove infezioni da Hiv, vale a dire il numero di nuovi soggetti sieropositivi, secondo i dati “sembra delinearsi un quadro di ripresa dell’epidemia nel nostro Paese, dopo un periodo caratterizzato da una diminuzione”.