A partire dalla fine degli anni novanta è stata registrata una imprevista ripresa dei casi di sifilide in molte metropoli del Nord Europa e degli Stati Uniti. In particolare l’aumento dei casi di sifilide viene segnalato prevalentemente nei giovani maschi, soprattutto se omosessuali, molti dei quali positivi anche per infezione da virus HIV.
Oggi i nostri dati confermano pienamente quanto già osservato nelle altre città europee e americane – spiega il prof. Aldo Di Carlo, direttore della Struttura di Dermatologia Infettiva, MST – AIDS dell’Istituto Dermatologico S. Gallicano di Roma- la ripresa cioè di una patologia che si pensava ormai quasi scomparsa. Se fino al 2000 al San Gallicano si diagnosticavano tra 10 e 16 casi di sifilide infettiva all’anno, nel 2001 ne abbiamo registrati 40, e la costante ascesa ha fatto registrare 70 casi nel 2002 ( il 75% in più rispetto al precedente anno) fino ad arrivare ai 118 casi del 2004 (circa il 70% in più rispetto al 2002)”.
E’il batterio Treponema pallidum che causa la sifilide e si ritiene che sia stato importato dalle Americhe, alla fine del 1400, dopo i primi viaggi degli spagnoli. La malattia da allora, si è diffusa presto in tutta l’Europa, e nei paesi industrializzati l’incidenza iniziò a diminuire drasticamente solo negli anni cinquanta, grazie ai metodi diagnostici efficaci e al trattamento con gli antibiotici.
La Struttura di Dermatologia Infettiva dell’Istituto S. Gallicano di Roma, ha condotto uno studio approfondito sulla casistica osservata negli ultimi anni e mostrato come tra i fattori implicati nel recente aumento giochino un ruolo rilevante i rapporti omosessuali e la sieropositività per il virus HIV. Lo studio fa rilevare che tra il 2001 e il 2003 la proporzione di pazienti affetti da sifilide e anche positivi per HIV variava tra il 50% e il 20%. I dettagli dello studio condotto dagli specialisti dell’Istituto San Gallicano, sono stati recentemente pubblicati nel marzo 2005 su Archives of Dermatology.
“La recrudescenza della sifilide soprattutto tra i soggetti HIV-positivi omosessuali – spiegano il dott. Massimo Giuliani e la dott. Alessandra Latini, due dei coautori dello studio-, è dovuta anche al miglioramento del benessere psico-fisico garantito dalle terapie antiretrovirali che oggi hanno consentito in questi pazienti la ripresa di una normale attività sessuale che, se condotta in modo sicuro contro la trasmissione di HIV può non rivelarsi tale contro sifilide e le altre infezioni sessualmente trasmissibili (MST). Queste ultime infatti si trasmettono efficacemente anche attraverso pratiche sessuali a basso rischio HIV come per esempio i rapporti orali”.
L’incidenza annua della sifilide, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, è di circa 12 milioni di nuovi malati nel mondo. “Con la diffusione dell’AIDS – precisa il prof. Mauro Picardo, Direttore Scientifico dell’Istituto San Gallicano – abbiamo assistito alla ripresa della diffusione di una malattia controllabile dal sistema sanitario nazionale. Se è riconosciuta in tempi brevi e trattata adeguatamente, si può risolvere completamente, altrimenti può causare seri danni.”
La sifilide passa per tre stadi clinici: la Primaria che si manifesta a livello genitale sotto forma di lesioni nodulari e ulcerative (come delle piccole ferite tonde) dopo circa tre settimane dal contagio; la forma Secondaria a tipo esantematico con eruzioni cutanee di colore rosso o papulose; e la Terziaria, assai rara, dove dopo molti anni e nel paziente mai curato, colpisce gli apparati neurologici e cardiovascolari.
“Occorre sensibilizzare in particolare i giovani – continua il Prof. Aldo Di Carlo – che hanno rapporti non protetti ad evitarli o a fare attenzione a qualunque sintomo visibile. E’ necessario operare un’efficace azione di educazione ai comportamenti sessuali responsabili e a rivolgersi al medico anche per sintomi che possono apparire sugli organi genitali. Solo così sarà possibile praticare una diagnosi precoce, una cura tempestiva e bloccare la catena dei contagi.”
Il servizio di Dermatologia Infettiva dell’ISG, che partecipa anche al Sistema Nazionale di Sorveglianza epidemiologica delle MST coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), è uno dei pochi centri di riferimento clinico per le MST ad elevato standard in Italia. Effettua visite gratuite per sospette MST o dermatosi dell’ area genitale maschile e femminile a donne e uomini di ogni età, senza prenotazione e senza prescrizione medica. Il team di operatori della Struttura, composto da medici e psicologi, fornisce tutti i giorni consulenze e informazioni per la prevenzione delle infezioni sessuali e dell’infezione da HIV. La Struttura inoltre utilizza il supporto di laboratori all’avanguardia nella diagnosi delle infezioni sessualmente trasmesse, che assicurano anche indagini microbiologiche avanzate e di biologia molecolare.
Fonte: Comunicato Stampa IFO