Il Chemsex, termine nato per descrivere l’utilizzo di sostanze durante i rapporti sessuali tra MSM, oggi coinvolge anche altri settori della popolazione. L’attenzione sul tema, in questa sede, risponde soprattutto alla necessità di allertare sulle conseguenze che questa pratica ha sulla salute, i rischi che comporta per il contagio dell’HIV e/o di altre IST e l’incidenza sull’andamento della salute a lungo termine per le persone con HIV, anche se in terapia ARV.
Disegnata da PLUS Roma ETS, la prima parte della sessione è centrata sulla descrizione approfondita del fenomeno dal punto di vista obiettivo e scientifico, delle motivazioni che possono esserci alla base di questa pratica fino alle conseguenze negative a livello fisico, psichico, sociale e anche legale.
Interessante il rapporto tra Chemsex e PrEP che offre uno strumento per ridurre il rischio di contrarre l’HIV sottolineando che l’uso della PrEP è in aumento. Il dato conferma che chi fa Chemsex usa la PrEP e viceversa.
La seconda parte, approccio community-based, affronta il fenomeno come pratica ricreativa che ubbidisce ad una scelta personale dove il confine tra uso ricreativo e problematico deve essere espresso dalla persona stessa. L’intervento di PLUS, quindi, non mira a combattere il Chemsex, ma a dare supporto e consapevolezza su comportamenti e precauzioni da seguire per farne uso in modo più sicuro. Riduzione dei rischi, insomma, concetto inteso come misura di prevenzione delle conseguenze che può comportare sulla salute.
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