Duecento cinquanta esperti, medici, tecnici, operatori culturali, organizzazioni non governative provenienti da tutto il mondo, si sono confrontati a Firenze in un convegno internazionale sull´Aids che si è aperto al Palazzo Vecchio ed è proseguito al Convitto della Calza.Come assicurare le cure e le terapie a chi vive nei Paesi del Terzo Mondo, quali possono essere i sistemi per abbassare i costi dei farmaci, come divulgare la prevenzione, come tutelare le donne e i bambini. Sono soltanto alcuni dei temi del confronto di questa quattro giorni aperta da Luc Montagner in rappresentanza dell´Unesco e organizzata dalla Simit, la società italiana malattie infettive e tropicali. Sono 46 milioni nel mondo le persone affette dal virus Hiv, più della metà dei soggetti colpiti sono morti ed il 90% dei sieropositivi non ha accesso ai farmaci che prolungano la sopravvivenza e migliorano la qualità della vita. «Ogni giorno – ha spiegato Daniele Dionisio, organizzatore della Conferenza e direttore dell´unità di malattie infettive della Asl di Pistoia – si infettano 15mila individui e si stima che entro il 2010, se l´attuale trend non cambierà, nel mondo avremo oltre 75 milioni di casi».
Insomma l´Aids resta un flagello che dilaga soprattutto nel terzo mondo ed è in costante espansione. Le aree più colpite sono quelle dove l´accesso ai farmaci è irrisorio, meno dell´1% della popolazione africana che vive nella zona subsahariana ha accesso alle medicine specifiche. C´è poi un grosso problema culturale: «In certi paesi del Terzo Mondo i maschi non usano il preservativo nei rapporti sessuali – prosegue Dionisio – allora sarebbe necessario mettere a disposizione delle donne creme vaginali con principi microbiciti anti-Hiv a basso costo». Fra gli interventi anche quello di un rappresentante tailandese che ha spiegato come senza dover rispettare i brevetti, il suo Paese esporti oggi farmaci generici anti-Hiv a costi anche dieci volte inferiori a quelli delle multinazionali.