Carcere solo «in casi estremi» per i malati di Aids. A sancire questo principio, ieri, è stata la Cassazione con una sentenza emessa dalla terza sezione penale. Carcere solo «in casi estremi» per i malati di Aids. Ossia solo quando la loro pericolosità è ritenuta tale da mettere a rischio la collettività e le esigenze cautelari sono di eccezionale rilevanza. E comunque i giudici devono verificare che la prigione sia dotata di strutture sanitarie adeguate a non aggravare la condizione di salute dell’imputato, né minacciare quella dei suoi vicini. A sancire questo principio, ieri, è stata la Cassazione con una sentenza emessa dalla terza sezione penale, affrontando il caso una nigeriana, malata di Aids. La suprema corte ha accolto il suo ricorso annullando l’ordinanza del tribunale di Firenze che disponeva nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere. La sentenza serve a osservare la legge, che contempera il diritto alla salute con le esigenze di sicurezza.