Guerra all’Aids e guerra dell’Aids sono simili solo a prima vista. Tra loro esiste un abisso a nove zeri, quelli legati alle rendite dei brevetti ventennali delle multinazionali farmaceutiche (le “big pharma”) e quelli dei sieropositivi che hanno bisogno di farmaci per sopravvivere. E’ questa la denuncia di Planet Aids, pamphlet di Mauro Guarinieri edito da Derive Approdi. Il concetto è semplice e proprio per questo disarmante: in nome della tutela dei brevetti farmaceutici, le big pharma non cedono brevetti di medicinali o surrogati ai Paesi poveri dove più ci sono malati di Aids (in primis l’Africa). I numeri parlano da soli: il cartello farmaceutico nel 2000 offriva un cocktail di antiretrovirali a diecimila dollari l’anno, cifra alla portata di un malato europeo o americano. Quei soldi però sono pura utopia per chiunque viva nel sud del mondo. Quei soldi suonano come un insulto se confrontati ai 350 che la Cipla (un’azienda indipendente con base operativa in India) offrì a Medici senza Frontiere per lo stesso cocktail sempre nel 2000.
Guarinieri mette nero su bianco un durissima denuncia di questo sfruttamento ancora in atto. Le medicine servono solo per chi può garantire il profitto alle big pharma: il resto del mondo serve solo per sperimentare. Planet Aids ricostruisce passo passo la protesta ormai mondiale contro le big pharma.
Data per data, discorso per discorso e numero dopo numero viene a galla una battaglia impari, una battaglia per la sopravvivenza. Vergognose alcune giustificazioni date da alcune menti “pensanti. Andrei Natsios, amministratore di UsAid ha spiegato che il rispetto degli orari è fondamentale per la cura precisando però che “molti africani non hanno mai visto in tutta la loro vita un orologio”. Parole di per sé eloquenti di come si ragiona spesso dietro una scrivania. In quest’ottica perché non proibire le cure agli analfabeti di Europa e America?
A 22 anni dal primo caso conclamato di Aids la guerra all’Aids intravede una luce in fondo al tunnel. La guerra dell’Aids è solo all’inizio. “Planet Aids” spiega perché si debba lottare ogni giorno per diritti che dovrebbero essere fondamentali. E cita un precedente significativo, quello di Jonas Salk, l’inventore del vaccino anti-poliomielite. Nel 1955 a un giornalista che lo interpellava circa la proprietà del brevetto del vaccino antipolio. Salk rispose: “Direi… che dovrebbe appartenere al popolo … si può brevettare il sole?”
Planet Aids
DeriveApprodi
Ed. Collana Fuorifuoco
109 pagine
€ 9,00