Gli attivisti riuniti a Munbay chiedono regole più elastiche per i brevetti dei medicinali e denunciano le multinazionali che stanno cercando di fermare l´esportazione di trattamenti salvavita. Tra i nemici “multinazionali” dei no global riuniti nel Social Forum mondiale c´è l´industria farmaceutica americana. E in omaggio all´India che li ospita, hanno portato alla ribalta il caso di una industria nazionale a sfondo etico che ha osato sfidare le grandi corporation nella produzione dei farmaci per l´Aids.
La Cipla, produttrice di medicine salvavita distribuite a prezzo di costo ed esportate in tutto il mondo, ha sede proprio a Munbay, poco distante dal Ground Nesco di Goregaon dove da tre giorni si alternano centinaia di dibattiti, cortei, happening in nome dell´Altro Mondo Possibile sognato a Porto Alegre. Questa fabbrica, fondata nel 1935 da un amico del Mahatma Gandhi, Khwaya Abdul Hamied e gestita oggi da suo figlio Yusuf, è in grado di produrre un cocktail a base di Stavudina, Lamivudina e Nevirapina giudicato efficacissimo da decine di commissioni sanitarie internazionali, al costo di 350 dollari contro i diecimila imposti dalle aziende occidentali. Ma come tutte le cose buone che non rientrano nelle regole dell´Organizzazione mondiale del commercio, anche il cocktail della Cipla chiamato “Triomune” è incappato nella rete di protezione dei famigerati accordi Trips (che salvaguardano la proprietà intellettuale dei brevetti per il commercio) e ora l´azienda rischia di perdere, con i processi intentati dalle multinazionali farmaceutiche, anche il diritto di esportare altri farmaci creati con sostanze ed erbe di produzione indigena.
Vittorio Agnoletto, il presidente della Lila Cedius che coordina anche un nutrito gruppo della delegazione italiana (la più numerosa tra tutte quelle presenti al Forum, con più di 400 delegati), ha invitato il popolo del Forum di Bombay a non permettere questo «crimine contro l´umanità». Se si considera che il 90 per cento dei 40 milioni di sieropositivi del mondo è destinato a morire nello spazio di pochi mesi o anni perché non può pagare i diecimila dollari dei farmaci salvavita “legali”, non è difficile capire l´importanza di una deroga alle norme che garantiscono il diritto delle aziende farmaceutiche a sfruttare per 20 anni il brevetto.
A rendere ancora più paradossale la guerra multinazionale contro la piccola Cipla c´è il fatto che il Triomune, oltre a costare molto meno, è prescritto in due sole compresse al giorno contro le sette, otto o dieci delle aziende americane, un paradosso dovuto al fatto che le varie industrie produttrici occidentali non si sono messe d´accordo per condensare il cocktail. La paura del dottor Yusuf Hamied oggi è che la Food and Drug Administration americana, se i Golia multinazionali dovessero vincere le cause contro il David Cipla, possa interdire all´azienda anche l´esportazione di altri farmaci salvavita in paesi come il Mozambico, l´Uganda, la Nigeria, lo Zambia, dove le percentuali di malati di Aids superano anche il 50 per cento della popolazione.
In questa difficile situazione Bill Clinton si è proposto come mediatore, proponendosi di portare il prezzo della cura a 140-150 dollari, 36-38 centesimi al giorno. L’accordo fra Clinton ed Hamied permette alla Cipla di muoversi più agevolmente nell’insidioso mondo della politica internazionale e soprattutto di essere al riparo da cause legali.
Il dottor Hamied ha rilasciato un intervista che aiuta a capire i termini dell’intesa e le prospettive della lotta all’Aids.
La lotta all’Aids conta un nuovo protagonista: Bill Clinton e la sua fondazione. Cosa pensa dell’impegno dell’ex presidente Usa? Come si sono svolte le trattative fra lei e Clinton?
«Bill Clinton è una persona molto rispettata in tutti i Paesi e presso tutti i governi. I nostri primi contatti risalgono a più di un anno e mezzo fa quando ci accordammo per distribuire farmaci in America Latina. Visto il successo dell’operazione, Clinton mi propose di estendere il progetto a sette nuovi Paesi per curare 2 milioni di pazienti entro il 2008. La Fondazione, che ha stretti legami con i Paesi in questione, tratta sui prezzi, cerca i finanziamenti, programma le strategie mediche ma, soprattutto, può assicurarsi che non ci siano problemi dovuti alla legge sui brevetti internazionali Trips . Il nuovo piano si indirizza ora a Mozambico, Ruanda e Tanzania, Haiti, Bahamas, Repubblica Domenicana e gli Stati Caraibici dell’est. La Cipla produce il Triomune, un cocktail di medicine basato su una combinazione fissa di dosi F.C.D. (Fixed Dose Combination) di Stavudine, Lamivudine e Neirapine. La produzione di questo antiretrovirale (ARV) si basa sull’alta qualità, sull’efficacia comprovata, sul basso costo delle materie prime e della manodopera necessaria per la lavorazione e, infine, sui criteri di vendibilità, assicurati ora dalla Clinton Foundation».
Quali sono i termini dell’accordo?
«Non è stato stipulato alcun contratto formale. Un contratto verrà stipulato nel momento in cui la mediazione porterà i primi risultati e arriveranno le prime ordinazioni, per esempio un’ordinazione per trattare 20.000 malati in Sud Africa. Il Triomune è già conosciuto e diffuso nel mondo. Per adesso riusciamo a vendere la cura annuale per un paziente a 250-275 dollari. Il mio progetto e quello di Clinton è far scendere il prezzo a 140-150 dollari».
Come è possibile una riduzione così drastica dei prezzi per una cura che fino a poco tempo fa costava migliaia di dollari? Quali sono le ulteriori fasi del piano?
«L’aspetto cruciale della manifattura delle medicine non è tanto la produzione in se stessa ma il pronto e affidabile rifornimento, ad un prezzo che sia esente da oscillazioni, dei cosidetti ingredienti farmaceutici attivi. La Cipla può produrre una parte degli ingredienti ma deve far affidamento sui fornitori per completare i dosaggi. Una volta avuta l’assicurazione che questi ingredienti ci siano forniti a un prezzo fisso predeterminato ed economico, allora la mia industria potrà abbassare notevolmente i prezzi dei farmaci. La Clinton Foundation ci ha assicurato la fornitura di questi ingredienti; ora la Cipla può produrre dai 2 ai 6 milioni di compresse al giorno, che significa aumentare la produzione e diminuire i prezzi. Fino ad ora il commercio del Triomune è stato sporadico ed irregolare. Con la mediazione della Clinton Foundation avremo la possibilità di trattare direttamente con i governi».
Che impatto avrà l’accordo Cipla-Clinton Foundation sui mercati internazionali e sulle politiche delle multinazionali? Qualcuno potrebbe attaccare la qualità e la sicurezza del prodotto?
«L’accordo con il gruppo di Bill Clinton si svilupperà al di fuori dei mercati internazionali reali. Non credo che questo accordo costringerà le multinazionali ad abbassare ulteriormente i prezzi dei loro farmaci. Invece di avversare questo progetto le altre organizzazioni potrebbero trarne vantaggio imitandone il modello e facendo affari con i propri governi. Il Triomune è stato approvato dal governo dell’India e da quello di altri 20 nazioni in tutto il mondo. Questo è anche un successo per l’industria dei farmaci generici che ora sembra la sola ad offrire una risposta alla richiesta di farmaci anti-Aids a costi sostenibili da tutti».
Quali sono le immediate prospettive in questa lotta?
«Siamo in attesa del primo ordine poi il progetto potrà partire. Ma nel frattempo non bisogna abbassare la guardia. Trattamenti e prevenzione non devono arrestarsi. L’Aids non va affrontato su un unico fronte. Battaglie importanti si giocano anche nei campi dell’informazione, dei controlli obbligatori e delle consulenze. Ma fino a che i governi non giocheranno un ruolo di primo piano, un sostanziale miglioramento sarà difficile da raggiungere. Il governo brasiliano, per esempio, ha comprato medicinali anti Aids a basso costo e li ha distribuiti gratuitamente ai pazienti. Il futuro è nella collaborazione fra i governi e i fornitori di farmaci».