E’ quanto ha dichiarato Simone Marcotullio, Vice-presidente dell’Associazione Nadir Onlus, durante l’open speech dell’8 Febbraio 2013 tenuto dall’AIFA, Agenzia Italiana del Farmaco.
In media il tempo stimato intercorrente dal decreto della Commissione Europea per la commercializzazione in UE di una specialità medicinale al decreto italiano in Gazzetta Ufficiale per la commercializzazione in Italia è di circa 300 giorni, quasi il più lungo in Europa (siamo penultimi, ci supera solo il Belgio). Recenti casi in HIV [confronta le due gazzette ufficiali che rendono disponibili in Italia il nuovo NNRTI rilpivirina sia come singola compressa (GU n.25 del 30.1.2013) sia come combinato (GU n.35 del 11.2.2013)] hanno anche sforato questi tempi.
Sono inoltre necessari circa 6 mesi aggiuntivi dall’approvazione in Gazzetta Ufficiale di una specialità medicinale alla reale fruibilità per il cittadino sul territorio italiano. Talvolta (si veda ad esempio il caso della nuova formulazione di nevirapina “a lento rilascio”) alcune regioni/macro-aree non inseriscono nemmeno la specialità medicinale nei prontuari, innestando problemi di accesso e disomogeneità territoriale e favorendo migrazioni necessarie per i cittadini per curarsi.
Tutto questo è lesivo per i pazienti e di fatto dimostra che le autorità regionali non tengono conto del parere non solo dell’AIFA, ma nemmeno delle autorità regolatorie che vi sono a monte (EMA). Sovente le commissioni reginali dei farmaci non contemplano la presenza di associazioni di pazienti della patologia di riferimento e nemmeno i membri della comunità scientifica, rimanendo ancorate a meccanismi decisionali incomprensibili.
Continua Simone Marcotullio, Vice-presidente di Nadir Onlus:”E’ differente il “federalismo di responsabilità” (corretto e doveroso) dal “federalismo di sovrapposizioni burocratiche” (lesivo e costoso). Per quale ragione non sono stati instaurati semplici e legittimi meccanismi di controllo gestionale dai pagatori (Regioni) e invece si sono instaurati dei tribunali delle autorità regolatorie? In un momento di doverosa spending-review, occorre riflettere anche su questo spreco in sanità”.