Bruxelles lancia l’allarme su una nuova epidemia di Aids che potrebbe a breve abbattersi dal Portogallo all’Asia centrale.Il problema non riguarda così solamente l’Africa ed i paesi in via di sviluppo, ma colpisce al cuore l’Europa: «Una grave epidemia inizia a rinascere qui, nelle regioni dell’Europa – afferma il commissario alla salute Pavel Telicka – l’Unione deve prendere le misure necessarie per evitarla in tutto il continente». La situazione peggiore si registra nei paesi baltici, nella Federazione Russa e nei suoi ex satelliti, mentre nella vecchia Unione destano preoccupazione i dati di Italia, Francia, Portogallo e Spagna in cui l’Aids tira nuovamente su la testa grazie soprattutto al ritorno al consumo di droga per via intravenosa, assai in voga tra i più giovani. L’allarme non è solo medico e sociale ma pure economico visto che «un’epidemia di grandi dimensioni, la cui eventualità non può essere scartata dati i lunghi periodi non sintomatici della malattia (da 8 a 10 anni di media), prosciugherebbe tutte le risorse dei sistemi sanitari». Queste le conclusioni del rapporto «Un approccio coordinato ed integrato della lotta contro l’Hiv/Aids nell’Unione europea ed i paesi vicini», presentato ieri a Bruxelles. Secondo gli ultimi dati dell’Onu il numero di persone sieropositive o malate di Aids in Europa e nei paesi vicini sarebbe pari a 1,3 milioni, con una tendenza all’aumento determinata appunto dal ritorno al consumo intravenoso di droga. Preoccupa inoltre il fatto che la malattia stia progredendo soprattutto tra i giovani tra i 15 ed i 25 anni, una fascia di età in cui diventa fondamentale un’attenta politica di prevenzione.