I-CAB si rivolge direttamente alle persone HIV-positive che si approcciano al primo trattamento anti-HIV affinché pongano attenzione agli studi che gli vengono proposti: c’è il rischio che le persone vengano sottoposte a dei grossi rischi.. Di seguito il contenuto della lettera.
Carissime/i amiche/ci,
chi vi scrive è una coalizione di associazioni di persone HIV-positive denominata Italian Community Advisory Board (I-CAB), che da anni svolge un ruolo di monitoraggio e controllo nei confronti dei protocolli di ricerca che ci riguardano direttamente, ossia sui farmaci antiretrovirali e sulle strategie terapeutiche per il trattamento dell’infezione da HIV-1.
Abbiamo sentito l’esigenza di scrivervi direttamente per chiedervi di porre attenzione in merito a protocolli sperimentali, in particolare a quelli che contengono medicinali non ancora approvati, che i vostri centri clinici e i vostri medici potrebbero proporvi, qualora voi dobbiate iniziare un regime terapeutico per arginare l’infezione da HIV-1, o anche qualora voi non dobbiate necessariamente iniziarlo (quindi se avete, in generale, un numero di CD4 maggiore di 350 cells/mm3).
Cercheremo, per punti, di trasmettervi consapevolezza in merito ad alcuni aspetti che dovete sempre tenere presente, ogniqualvolta che dovete prendere delle decisioni:
Potrebbe capitare che il vostro medico e/o il vostro centro clinico, vi offra di entrare in un protocollo di ricerca che implichi l’assunzione di farmaci non ancora approvati o strategie terapeutiche non ancora validate: la vostra condizione (quella di paziente naive, ossia nuovo alle terapie) è infatti molto “ricercata” dagli sperimentatori e dalle case farmaceutiche che propongono protocolli di ricerca: ne consegue la vostra condizione di vulnerabilità.
E’ opportuno che teniate presente, nelle vostre scelte, visto anche l’assestamento fisico e psicologico di iniziare per la prima volta un regime terapeutico quotidiano, sempre fonte di disagio e quindi di cambiamento necessario della vostra routine quotidiana, che entrare in protocolli di ricerca, specialmente quelli con farmaci sperimentali, potrebbe esporvi ai seguenti rischi:
Siamo certi che, nonostante il rapporto di fiducia che certamente avete instaurato con il vostro medico, porrete tuttavia attenzione a questi aspetti, diventando consapevoli ed artefici delle scelte di salute che vi riguardano. Ricordate che un colloquio franco e diretto con il vostro medico è per voi sempre vantaggioso e tutelante. Piuttosto che essere dubbiosi e non reattivi nei confronti di proposte sulla salute che vi riguardano, prendete tempo e consultate le associazioni di pazienti che vi scrivono questa lettera, associazioni sempre al servizio delle persone HIV-positive.
Vi vogliamo dunque, in sintesi, allertare sulle seguenti questioni:
Un abbraccio a tutte/i
Italian Community Advisory Board
CONSIDERAZIONI AGGIUNTIVE:
Se vi propongono di entrare in una qualsiasi sperimentazione di fase I e II, è bene che voi sappiate che dopo i primi esperimenti condotti in laboratorio e sugli animali iniziano le fasi di ricerca sull’uomo, che prevedono, in generale, 3 fasi di sperimentazione:
Quindi una persona alla quale viene proposto di entrare in una fase II di sperimentazione, deve essere consapevole che il farmaco da sperimentare è un farmaco del quale non si conosce ancora il dosaggio ottimale, e del quale si deve ancora comprovare l’efficacia. Ancor più critica la fase I.
Dalla fine del 2004 (da qui l’esigenza di scrivere direttamente questa lettera) sono presenti in Italia studi di fase II di una nuova classe di farmaci anti-HIV-1: gli inibitori di ingresso anti-CCR5. Questi studi condotti sui pazienti naive (ossia che non hanno ancora assunto farmaci antiretrovirali) hanno sollevato preoccupazioni tra le associazioni di pazienti europee che si occupano di trattamenti.
Le aziende attualmente coinvolte in questi protocolli di ricerca di fase II in Italia sono:
Questi 4 differenti protocolli oltre ad essere in una fase precoce di sperimentazione (fase II) riguardano una nuova classe di farmaci della quale si sa ancora molto poco, e che agisce, in generale, inibendo dei co-recettori, portando potenzialmente a conseguenze che nessuno è in grado di valutare. Inoltre, questi protocolli, per ragioni tecniche, hanno dei tempi molto lunghi di screeneng (tempi di arruolamento) Sappiamo che sono necessarie in media 4/6 settimane, tempo di attesa lungo in certe situazioni. Se avete meno di 200 CD4 questa attesa potrebbe implicare un peggioramento delle vostre condizioni cliniche.
Altri aspetti legati a questi farmaci ed alla loro attività sui co-recettori CCR5 non sono da sottovalutare, per questo vi invitiamo a consultare il nostro sito http://icab.bravepages.com, dove potrete trovare i report dei nostri incontri con le aziende in questione ed i nostri commenti.
INFORMAZIONI SU I-CAB:
Italian Community Advisory Board (I-CAB), una coalizione comprendente alcune della maggiore associazione di lotta all’AIDS Italiane, ha tra i propri obiettivi la raccolta e la diffusione di informazioni sui trattamenti nell’ambito dell’infezione da HIV e patologie correlate, ma, soprattutto, la tutela dei pazienti arruolati nelle sperimentazioni cliniche. I-CAB, interagisce con lo European AIDS Treatment Group (EATG) e con numerosi CAB nazionali europei.
Coordinate di I-CAB:
Italian Community Advisory Board i.cab@libero.it
Italian Community Advisory Board website http://icab.bravepages.com.