Nel saggio All’ombra dell’aquila di Mark Hertsgaard il rapporto controverso tra la superpotenza e il resto del pianeta.George W. Bush è, dal punto di vista politico, uno sprovveduto. Nutre una fede cieca nei suoi valori, e non si cura affatto dei disastri che le sue azioni possono provocare. Confida, come molti americani, nel fatto che gli altri capiranno le sue intenzioni e si adegueranno. Non potrebbe essere più duro il giudizio di Mark Hertsgaard, giornalista autore di L’Ombra dell’aquila. Perché gli Stati Uniti sono così amati e così odiati , sul suo presidente: “Bush è un fondamentalista che crede che questo sia il suo momento storico. Saddam è il suo Hitler, e lui si sente il Roosevelt di turno. Per lui eliminare Saddam sarebbe la vittoria del bene sul male”. Hertsgaard, che si occupa di tematiche legate all’ambiente e collabora con i maggiori quotidiani e periodici americani, è tra i molti intellettuali statunitensi “non allineati” alla politica della Casa Bianca. “Una cosa è l’America, un’altra l’amministrazione Bush”, ci spiega durante la tappa milanese del tour di presentazione del libro che lo sta portando in diversi paesi europei in queste settimane. L’America è un paese che crede nei propri valori ma è tradizionalmente aperto al diverso, il governo Bush – secondo Hertsgaard – è tutto il contrario. Il saggio, concepito prima dei fatti dell’11 settembre 2001, nasce da un lungo viaggio intorno al mondo compiuto da Hertsgaard negli anni scorsi, alla ricerca delle radici del rapporto di odio-amore nei confronti degli Usa. “Mi ha sempre sorpreso non tanto il risentimento che la gente prova, quanto l’amore verso l’America”, spiega. Un amore che – secondo l’autore – resiste anche e nonostante l’amministrazione Bush abbia fatto di tutto per inimicarsi i popoli del mondo. Ma l’atteggiamento di Bush e dei ‘falchi’ come il segretario alla difesa Donald Rumsfeld ha un retroterra culturale ben preciso. E’ quello, secondo Hertsgaard, dell’“America dei provinciali”, che non hanno mai viaggiato (solo il 20 per cento dei cittadini americani ha un passaporto). “George W. Bush per primo – prima di diventare presidente – era uscito dagli Usa solo tre volte”. Nel saggio Hertsgaard concentra la sua attenzione sugli aspetti ‘a largo campo’ della vita americana. Sul fatto che gli americani siano consumisti sfrenati, per nulla attenti alle conseguenze nefaste sull’ambiente dei loro comportamenti. Anche se l’ambientalismo è un’invenzione americana. Tesi tutt’altro che nuove, ma che assumono importanza speciale in un momento in cui le analisi sugli stili di vita e sui compromessi che questi comportano sono importanti quanto mai. Per Hertsgaard, ambientalista da sempre, l’America dei potenti le sta sbagliando tutte. Invece di aiutare l’Africa afflitta dall’Aids mostra di dare più importanza ai diritti delle case farmaceutiche. Anziché tentare di gettare semi di pace, non perde occasione per mostrare il ‘muso duro’. Come a dire: l’America del nuovo ordine mondiale sta tradendo se stessa, le sue radici culturali e il suo ‘dna’.
Mark Hertsgaard, L’ombra dell’aquila. Perché gli Stati Uniti sono così amati e così odiati, Garzanti, pp. 222, € 14