Mascherano il fatto che non hanno alcuna intenzione di mantenere gli impegni presi in passato. Impegni che riguardano tutte le emergenze sociali per cui la società civile s’è battuta fino ad oggi.Dal finanziamento del Fondo globale per la lotta all’Aids, in rosso, alla remissione del debito estero dei 53 Paesi più poveri del mondo, ferma a un terzo della cancellazione promessa al G8 di Colonia: 36 invece che 100 miliardi di dollari. Sono le cifre, amare, con cui si apre il prossimo summit dei grandi della terra in programma ad Evian dall’1 al 3 giugno. Un summit tronfio della vittoria messa a segno in Iraq e che ha segnato malattie, povertà e digital divide in agenda. Ma, temono in molti, solo per fare annunci ad alto ritorno d’immagine e a bassissimo impatto sociale. Qualche esempio?
I bond di Gordon Brown
L’International Financing Facility che proporrà il ministro del Tesoro inglese, Gordon Brown, spiega De Fraia di Azione Aiuto. “Un fondo che intende raccogliere liquidità per aumentare l’aiuto allo sviluppo dei Paesi poveri a 100 miliardi di dollari l’anno vendendo obbligazioni garantite da promesse di finanziamento dei Paesi ricchi. Promesse vincolanti, e questa è una novità importante. Ma chi gestirà il patrimonio? Come? L’abbiamo chiesto a Brown, e la risposta è stata un’ammissione di colpa: è l’ultima spiaggia per aumentare i fondi destinati ai Paesi poveri”. Ultima perché, di portare la percentuale europea di aiuto allo sviluppo allo 0,39% del Pil, come i G8 avevano promesso due anni fa al summit di Genova, non se ne parla: la media dei 15 Paesi Ue oggi si attesta sullo 0,3%. Con l’Italia ferma allo 0,19% e una finanziaria 2004 che minaccia di tornare addirittura a quota 0,13%. Il motivo? “Mancanza di volontà politica”, spiega il presidente dell’Associazione delle ong italiane, Sergio Marelli. “Ho chiesto un incontro con l’ ambasciatore Castellaneta, “capo sherpa” della presidenza del Consiglio, per discutere la proposta della presidenza francese di applicare una moratoria sui sussidi all’esportazione di prodotti agricoli verso i Paesi dell’Africa subsahariana finché il Wto non raggiungerà un accordo contro le politiche di dumping. Ma invano: la proposta, che noi sosteniamo, è osteggiata dal governo”. Dall’1 al 3 giugno, Marelli parteciperà al controvertice Per un altro mondo, organizzato dalla società civile ad Annemasse per assicurarsi che il Nepad, il grande piano Marshall per l’Africa lanciato al G8 dell’anno scorso, non rimanga lettera morta.
L’appello di Bono e Bob Geldof
“Ancora non è chiaro come, e con quanti fondi, le otto potenze intendano battere l’Aids, il digital divide e la mancanza di educazione in Africa”. Chiarissimo, invece, è che non stanno cancellando tutto il debito estero che avevano promesso: ad oggi, solo un terzo del condono annunciato al G8 di Colonia (100 miliardi di dollari) è stato rispettato. Col risultato, denuncia la Banca mondiale, che 19 dei 26 Paesi altamente indebitati, in gran parte africani, hanno ancora un debito che supera di una volta e mezzo le loro entrate. Da qui la richieste che i due più famosi testimonial della campagna contro il debito estero, Bono Vox e Bob Geldof, faranno ad Evian: cancellate il debito in base agli indici di sviluppo dell’Onu invece che ai criteri stabiliti dal Fondo monetario internazionale. Le star anti debito estero non sono le uniche ad arrivare un po’ deluse al G8: c’è anche la società civile che da anni si batte per la lotta all’Aids e alle malattie dimenticate come la malaria.
La censura su Doha
“Temi”, denuncia Nicoletta Dentico di Medici senza frontiere, “che al summit di quest’anno sono diventati un tabù: dai documenti ufficiali sulla salute è sparito qualsiasi riferimento all’accordo di Doha sull’esportazione di farmaci generici tra Paesi poveri, accordo che ancora attende di essere applicato dal Wto e, con esso, ogni riferimento agli impegni che i G8 hanno preso fino ad oggi”. Dalla riduzione del numero di minori colpiti dall’Aids promesso a Okinawa, triplicato da 1,3 a 3,2 milioni tra il 2000 e il 2002 invece di diminuire, al finanziamento del Fondo globale per la lotta all’Aids, la malaria e la tubercolosi che doveva gestire 10 miliardi di dollari l’anno e oggi in cassa ne ha solo 3,3 da farsi bastare fino al 2008. “Purtroppo”, continua la Dentico, “dall’agenda dei G8 è sparita anche una proposta molto importante fatta dalla presidenza francese: la costituzione di un gruppo di lavoro internazionale che facesse ricerca sulle malattie dimenticate”. Il motivo? A Evian circola la voce che da gennaio, quando la presidenza del G8 passerà agli Usa, il gruppo sulle malattie dimenticate non sarebbe più stato in grado di lavorare. Da qui l’appello delle ong: “Non lasciate morire il Fondo globale per la lotta all’Aids, applicate gli accordi di Doha, affidate ai governi invece che alle multinazionali il compito di stabilire le priorità nel campo della ricerca medica”.
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