In un documento sottoscritto da 13 associazioni di lotta all’Aids si esprimono preoccupazione e perplessità sul disegno di legge del governo sulla prostituzione.Al Presidente della II Commissione (Giustizia) della Camera dei Deputati
On. Gaetano Pecorella
Agli onorevoli deputati componenti la Commissione
Oggetto: Disegno di Legge del Governo n. 3826 dal titolo “Disposizioni in materia di prostituzione” attualmente in discussione in Commissione
Onorevole Presidente e onorevoli deputati,
Le Associazioni della Consulta Nazionale del Volontariato per la Lotta all’AIDS del Ministero della Salute ritengono doveroso portare a conoscenza dei membri della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati il loro parere sul Disegno di Legge del Governo n. 3826 dal titolo “Disposizioni in materia di prostituzione” attualmente in discussione, per quanto attiene lo specifico del riferimento esplicito alle malattie sessualmente trasmesse e al giudizio del grado di colpa delle persone che si prostituiscono, non intendendo entrare nel merito di un giudizio complessivo sul disegno di legge.
Detto grado di colpa viene messo dal disegno di legge governativo in relazione al numero e alla qualità degli esami diagnostici compiuti dalla persona che si prostituisce accusata dell’eventuale contagio.
Ciò – se approvato – rappresenterebbe un’aperta violazione dell’art. 5b della L. 135/90 sull’AIDS che impone l’anonimato nei test e la non obbligatorietà degli stessi.
Si tratterebbe in sostanza dell’introduzione, sia pur per via indiretta, dell’obbligatorietà degli esami diagnostici per le persone che si prostituiscono. Con ciò si otterrebbe l’effetto di far ricadere la responsabilità della prevenzione esclusivamente su di loro e, nel contempo, di deresponsabilizzare ulteriormente i clienti.
Inoltre un provvedimento di questo tipo non farebbe che allontanare le persone che si prostituiscono dalle strutture sanitarie per timore di schedature e per timore che la conoscenza del loro stato sierologico possa costituire un’aggravante in caso di procedimento giudiziario per contagio.
La strada che noi indichiamo è un’altra: quella cioè di una fortissima responsabilizzazione delle persone che si prostituiscono e dei loro clienti sui rischi delle malattie sessualmente trasmesse attraverso l’azione dell’associazionismo e con risorse adeguate messe a disposizione dallo Stato per l’informazione e la prevenzione. Questa strategia laddove è stata applicata ha ottenuto l’attenzione degli interessati e una sensibile riduzione delle malattie sessualmente trasmesse.
Laddove, viceversa, si è adottato come nel caso del disegno di legge in questione, una linea repressiva e colpevolizzante, il risultato è stato quello dell’allontanamento delle persone interessate dalle strutture sanitarie, l’aumento dei comportamenti a rischio e soprattutto la clandestinizzazione delle persone sieropositive.
Come rappresentanti delle associazioni nella Consulta Nazionale del Volontariato per la Lotta all’AIDS del Ministero della Salute facciamo quindi appello ai parlamentari che stanno discutendo in questi giorni la legge affinché evitino di dare il loro avvallo a misure repressive e colpevolizzanti dagli effetti prevedibili e affinché si adoperino perché invece vengano ascoltate le proposte di quell’associazionismo che da anni è un prima linea per combattere la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili.
Segue la lista in ordine alfabetico della associazioni presenti nella Consulta Nazionale del Volontariato per la Lotta all’AIDS del Ministero della Salute che hanno aderito al presente documento: