Barbara Ensoli fa paura

E’ innegabile il tentativo americano, con complicità anche di ambienti scientifici italiani, soprattutto della vecchia guardia, di boicottare il programma di ricerca di un vaccino contro l’HIV/AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità e finanziato dal nostro Ministero della Salute.E’ oramai sotto gli occhi di tutti: la prossima partenza degli studi di fase II del candidato vaccino basato sulla proteina Tat ricombinante biologicamente attiva dell’Istituto Superiore di Sanità spaventa il mondo scientifico internazionale. Ma soprattutto anche il programma di ricerca “a breve termine” della seconda generazione chiaramente esposto sul sito www.hiv1tat-vaccines.info.

Nonostante le sonore “batoste” che gli americani hanno avuto in questi mesi, con il fallimento dei trial co-finanziati dell’NIH, Robert Gallo, invece di pensare a riorganizzare il disastro dell’approccio USA iperfinanziato basato su vettori portatori di geni specifici, viene in Italia per preoccuparsi di quei pochi fondi (in proporzione a quelli USA) che il nostro Ministero della Salute mette a disposizione dell’Istituto Superiore di Sanità, come per altro indicato dalle agenzie internazionali e dai governi, visto il poco, e forse non strano, investimento del settore privato in questo campo. Come mai non preoccuparsi invece dei fondi ancora stanziati su strategie fotocopia a quelle fallite dell’NIH e dello IAVI?

La prossima partenza delle sperimentazioni di fase II di Barbara Ensoli spaventa. Spaventa perché l’approccio scientifico non solo è completamente differente, ma anche perché le risorse ed i brevetti sono tutti “Made in Italy”. E’ curioso: come mai gli americani si preoccupano di studi che, a sentir loro, non sarebbero validi scientificamente? In teoria non dovrebbero interessarsene. La paura che la piccola Italia possa realmente contribuire alla fine di una pandemia proprio non la digeriscono.

Sono troppi gli interessi in gioco: dell’NIH (che rischia di fare una brutta figura) e del settore privato che potrebbe controllare questo tipo di attacchi all’Italia. Dichiarazioni che si leggono sulla stampa del tipo «eccessive sperimentazioni sottraggono fondi importanti alla ricerca di base, e alla possibilità di sviluppo e messa a punto di un vaccino veramente valido, e in più riducono la fiducia stessa nei confronti dei vaccini» sono grottesche e fuori luogo, visto quello che è accaduto negli USA e che ancora accade. Anche perché, se si dovesse applicare questo credo, sarebbero molti gli organismi scientifici internazionali che dovrebbero cambiare mestiere.

L’Italia è l’unico paese in cui gli organi di stampa hanno taciuto il fallimento dell’approccio USA. Solo ora, qualche cosa si legge sulla stampa. E’ necessario che certi ambienti scientifici italiani, che instancabilmente (ed inspiegabilmente?) remano contro il Ministero della Salute, si facciano da parte.

Un consiglio a Robert Gallo: in Italia si mangia benissimo e d’estate c’è un sole splendido. Limitiamoci a questo.

Autore: Simone Marcotullio