Nel 2003 la colonnina di mercurio della farmaceutica pubblica scenderà ancora ma la nuova gelata dei consumi non basterà a garantire la tenuta dei conti del Servizio sanitario nazionale (Ssn) che, a fine anno, dovrebbero registrare un’eccedenza dell’1,4% rispetto ai finanziamenti.A stilare le ultimissime stime sull’andamento dei conti per pillole e sciroppi è l’Osservatorio farmaci del Cergas Bocconi che, in un report appena diffuso conferma le proiezioni del report 2002 e simula gli effetti di tagli e razionalizzazioni introdotti a dicembre. Nuovo Prontuario, slittamenti di fascia (dalla A, gratuita, alla C, a pagamento), tagli ai listini dei farmaci Ssn e nuovi ticket introdotti in Lombardia a metà dicembre dovrebbero complessivamente chiudere i conti della spesa pubblica netta a quota 11,2 miliardi di euro, contro gli 11,7 del 2002, determinando anche il rallentamento di crescita della spesa complessiva del settore (+ 1,5% rispetto al 2002, contro il 2,6% del 2002/2001). A crescere decisamente sarebbe invece la spesa privata, che dovrebbe registrare un aumento di circa 270 milioni dell’onere sostenuto dai cittadini (+13,9% rispetto al 2002). Sintesi finale della nuova gelata prevista per il settore, l’ulteriore riduzione della copertura pubblica: dal 66,5% nel 2002 al 62,5% del 2003. Un’accentuazione di quanto già accaduto nel 2002, quando la farmaceutica del Ssn ha chiuso i battenti con un incremento di spesa dell’1% (rispetto al 32,4% del 2001) e un aumento della spesa privata del 5,9% (contro una riduzione del 14,4% sempre nel 2001). Ma a identificare il 2002 come anno shock per il settore sono stati soprattutto gli effetti delle politiche di contenimento avviate sia a livello centrale che locale. Il mix pubblico/privato – sottolinea il report – è stato fortemente influenzato dalla tipologia delle misure adottate. Nelle Regioni che hanno imbracciato l’arma del “co-payment” si è registrato un rallentamento complessivo dei consumi e un trasferimento dell’onere di copertura dal Ssn al paziente: è il caso del Piemonte che ha registrato un aumento della spesa privata pro-capite del 10,6%, a fronte di una contrazione della spesa pubblica del 5,1%. Al contrario, in Regioni dove il mix pubblico/privato è rimasto costante – come è accaduto in Toscana – sia la spesa pubblica che quella privata hanno subito solo un lieve incremento. In generale, comunque, il trasferimento dell’onere dal pubblico al privato è stato maggiore al Sud (in media – 0,4% di spesa pubblica e + 11,1% di spesa privata) e, in misura minore, al Nord (+1,9% e + 6,4%, rispettivamente). Andamenti che non hanno però modificato in modo radicale il grado di copertura pubblica della spesa farmaceutica complessiva: il top lo ha registrato ancora una volta il Sud (72,4%), distanziando di 8-10 punti il Centro (66,6%) e il Nord Italia (61,6%).