Cambio della guardia ai vertici di GlaxoSmithKline Italia, la filiale nazionale del colosso farmaceutico multinazionale finita recentemente nel mirino della Guardia di Finanza per le inchieste sul comparaggio con i medici. Dal primo aprile il nuovo amministratore delegato è Roberto Ferri, che ricopriva la carica di senior vice president per l’Europa centro-orientale di Gsk. Dal 9 maggio – come da tempo in programma, dunque senza alcun rilievo rispetto alle inchieste in corso – ci sarà anche la staffetta alla presidenza della società: alla scadenza del suo mandato, Gian Pietro Leoni – che il 16 aprile decadrà anche dall’incarico di presidente di Farmindustria con l’elezione del suo sostituto – sarà avvicendato in GlaxoSmithKline con Andrew Witty, che attualmente riveste il ruolo di presidente europeo per il settore farmaceutico della multinazionale. La decisione del Cda di Gsk è stata presa a fine marzo, ma non è stata ufficializzata all’esterno. Una decisione che probabilmente non a caso avviene quasi immediatamente a ridosso delle vicende sul comparaggio, le cui indagini sono tuttora in corso. A pagare internamente alla società lo scotto della cattiva immagine data all’esterno, e forse di una politica commerciale considerata troppo aggressiva al di là di quelli che saranno i risultati finali dell’inchiesta, è stato dunque per il momento soltanto il precedente general manager di Gsk, l’italo americano Kenneth Di Pangrazio, nominato ad subito dopo la fusione, datata 27 dicembre 2000, tra Glaxo e SmithKline che portò alla creazione di un gruppo che ha occupato il primo posto al mondo tra le major del farmaco. Leadership mondiale del settore che oggi è invece detenuta dal gruppo farmaceutico sorto con la fusione tra Pfizer e Pharmacia. Di Pangrazio – già ad di SmithKline Italia prima della fusione che ha rivoluzionato l’assetto della società – viene in sostanza sostituito con nove mesi di anticipo rispetto alla scadenza del suo mandato (fine 2002). Occuperà un nuovo ruolo nel gruppo che verrà deciso dalla presidenza europea della multinazionale, ma che con ogni probabilità non riguarderà più il mercato italiano, nel quale Gsk occupa i primissimi posti per le vendite Ssn: 807 milioni di euro di ricavo industria (farmacia e ospedale) nel 2002. Ferri, 56 anni, è fin dal 1974 alla Glaxo. Società nella quale ha ricoperto negli anni numerose cariche di responsabilità. I buoni risultati raggiunti negli ultimi anni alla guida della divisione dell’Europa centro-orientale, sono state certamente una delle ragioni della sua chiamata al vertice della filiale italiana di GlaxoSmithKline. Dove si troverà ad affrontare non solo una congiuntura generale di settore in affanno almeno per quanto riguarda il mercato pubblico, ma soprattutto il rilancio del gruppo. E soprattutto un possibile rinnovo della squadra di vertice che le inchieste della Guardia di Finanza hanno probabilmente spinto ad accelerare.