Emergenze sanitarie come la Sars o le minacce mai tramontate del bioterrorismo. Ma anche la promozione della salute e il miglioramento degli stili di vita, oltre ai vaccini e alle vaccinazioni fino agli interventi sull’ambiente e il clima. Il Ministro battezza il Centro.A proteggere la salute degli italiani da nuovi e vecchi rischi sarà, da ora in poi, il Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie («Ccm»), battezzato ieri dal ministro della Salute Girolamo Sirchia, che potrà contare su una dote di circa 90 milioni in tre anni per provare a seguire le orme del famoso «Cdc» americano di Atlanta.
«Il centro italiano, in analogia con gli altri centri nel mondo – ha detto Sirchia – si propone di proteggere la salute pubblica affrontando i pericoli che man mano si presentano in modo coordinato, con Regioni, scienziati, istituti di ricerca e università, in modo tale che segua un intervento rapido ed efficace anche nel giro di 24 ore». Ma dovrà anche occuparsi di studiare strategie a tutto campo per sconfiggere «cattivi stili di vita, come l’obesità – ha spiegato Sirchia – che generano patologie molto gravi».
Il «Ccm», che sorgerà presso il ministero della Salute senza dare vita «a nuovi palazzi», metterà insieme tutti i centri operativi presenti già sul territorio (Università, Asl, istituti scientifici, agenzie regionali, Sanità militare, ecc.), coordinandosi con le Regioni per i piani di sorveglianza e prevenzione attiva e per sistemi di allerta e risposta rapida alle emergenze.
Il cervello «politico» del Centro sarà il comitato strategico di indirizzo – presieduto dal ministro della Salute – che definirà priorità di intervento, piani di azione, linee generali di comunicazione al pubblico e formazione. Al suo fianco opereranno il comitato scientifico permanente e i sottocomitati scientifici di progetto a termine, il comitato tecnico e la direzione operativa.
Il comitato scientifico – composto da esperti scelti dal ministro e dalle Regioni – avrà una funzione consultiva: esprimerà pareri sui piani per la gestione del rischio e valuterà l’entità dei rischi in termini di probabilità, gravità e correlazioni.
Il raccordo con le Regioni e le Asl sarà assicurato, invece, dal comitato tecnico composto da un epidemiologo per ciascuna Regione e da cinque esperti nominati dal ministro della Salute. Infine, la direzione operativa – il vero braccio operativo del «Ccm» – avrà tra i suoi compiti la realizzazione dei programmi annuali, l’attivazione di sistemi di indagini rapide nazionali, la collaborazione alla costruzione di reti di sorveglianza ad hoc e la realizzazione di programmi di formazione e ricerca.
Fonte: Il Sole 24 ore