Il Quebec ha avviato una ridefinizione delle linee guida per i professionisti del sistema sanitario per garantire che migliaia di futuri pazienti non debbano essere esposti al contagio da Hiv.Lo ha annunciato il premier della provincia francofona Jean Charest, dopo che migliaia di pazienti di un ospedale di Montreal sono stati sottoposti al test Hiv, poiché un chirurgo dal quale sono stati curati era affetto dal virus.
«Dobbiamo rimettere in discussione il modo in cui vanno le cose oggi e lo faremo – ha detto il premier durante una conferenza stampa a Davos, in Svizzera prima di ripartire per Monaco di Baviera per continuare la sua missione economica europea – dovremo rivedere i metodi di lavoro del personale sanitario a rischio per proteggere la salute dei pazienti».
La dichiarazione è stata resa alcuni giorni dopo l’episodio avvenuto al Ste-Justine Hospital di Montreal. L’ospedale ha chiesto a 2.614 pazienti operati da un chirurgo sieropositivo tra il 1990 e il 2003 di sottoporsi al test per accertare che il virus non sia stato trasmesso. Entro sabato circa la metà di essi avevano contattato l’ospedale e un terzo si era già sottoposto al test. Nessuno fino a questo momento ha fatto registrare risultato positivo.
Charest ha sottolineato come la priorità del governo sia quella di proteggere i pazienti e ha ammesso che l’incidente produrrà un intenso dibattito su questa questione. «L’incidente del Ste-Justine preoccuperà molti esperti del settore sanitario in tutto il mondo e avrà un effetto su metodi di lavoro e la deontologia».
«È un dibattito che, credo, sarà portato avanti nel medio termine e condizionerà molte persone nel settore pubblico per arrivare a definire criteri di sicurezza per i cittadini e le persone vulnerabili in questo tipo di contatti».
Vista la delicatezza della questione il premier non è sceso nei dettagli, senza chiarire ad esempio se a suo avviso i pazienti in futuro saranno informati qualora siano curati da un dottore sieropositivo.